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  • Dybala, Icardi, Chiesa, Barella, Insigne & co: andatevene, che vi conviene

    Dybala, Icardi, Chiesa, Barella, Insigne & co: andatevene, che vi conviene

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Andatevene, che vi conviene. Questo è l’elenco, piuttosto prestigioso, di giocatori che avrebbero sicuramente dei vantaggi a lasciare le squadre attuali. Vantaggi di varia natura, tecnici, economici, ambientali, di carriera. Ecco la lista: Icardi, Dybala, Insigne, Chiesa, Barella, Lazzari e Schick. Ciò non significa che anche alle società di appartenenza convenga cederli. Il nostro è solo uno sguardo dalla parte dei giocatori.

    ICARDI - Cominciamo da Icardi. Il modello-centravanti (da non confondere col centravanti-modello) dell’Inter ha chiuso con l’ambiente nerazzurro. Se resta Spalletti, male. Se arriva Conte, peggio. Per farsi riaccettare nel vero senso della parola dallo spogliatoio e dai tifosi, il prossimo anno deve segnare due gol a partita. Sembra che pure lui e la sua agente si esibiscano sui social con lo scopo di chiudere l’avventura nerazzurra. Meglio passare ai saluti e ricominciare da un’altra parte.

    DYBALA - Dopo Icardi un altro argentino, Dybala, con un dato che chiarisce più di ogni discorso: è passato dai 22 gol del campionato 2017-18 ai 5 attuali, dalla titolarità assoluta di un anno fa al ruolo di rincalzo. Se Allegri se ne va, magari trova un allenatore che gli restituisce un po’ di spazio, ma finché resta Ronaldo non sarà mai più al centro della Juve. E si parla di un giocatore che non molto tempo fa, a torto o a ragione, è stato indicato come il terzo al mondo dopo Messi e lo stesso Ronaldo. No, meglio altrove.

    INSIGNE - Passiamo a Insigne. Qui il problema è ambientale. Lorenzino non regge Napoli. Sembra assurdo, lui napoletano che non ce la fa a resistere alle pressioni napoletane. A 28 anni, deve ancora stabilire la propria dimensione. “È un insipido coraggioso”, come dice Capello o un giocatore che può ancora migliorare e diventare titolare anche in Nazionale? Può saperlo solo se lascia Napoli, dove mugugni, chiacchiere, fischi e polemiche lo stanno consumando fino a limitarne il rendimento.

    CHIESA, BARELLA E LAZZARI - Poi Chiesa, che possiamo accomunare a Barella. Nei loro casi il discorso è semplice. Sono due grandi giocatori giovani che hanno bisogno di crescere ancora per diventare dei campioni e possono farlo solo lasciando Firenze e Cagliari. Occorrono alcune verifiche per stabilire il valore assoluto di due giocatori che, se visti nelle rispettive squadre, appaiono come due fenomeni. Ma sarebbe lo stesso a San Siro, all’Allianz Stadium o al San Paolo? Chiesa e Barella hanno esaurito il percorso di crescita nella Fiorentina e nel Cagliari, devono misurarsi (imparando da loro) con i più forti. In Italia o all’estero. A questo discorso potremmo accostare anche Lazzari, 25 anni, alla Spal dal 2013, dalla Seconda Divisione della Lega Pro. È bravo, bravissimo, ma se resta a Ferrara rischia di fare la fine di Berardi. Che è comunque una bella fine, sia chiaro, ma gli mancherebbe l’occasione per un esame definitivo. Resterebbe nell’incertezza del suo valore.

    SHICK - Quanto a Schick, è facile capire che con la Roma ha chiuso. Non è la sua squadra e l’Olimpico non è il suo stadio. Il suo cartellino era stato valutato oltre 40 milioni, adesso non costa nemmeno la metà. Per recuperare quei soldi, deve cercare spazio lontano da Roma.

       

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