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  • Dzeko, Pellegrini, Kolarov e quel Venom premonitore...

    Dzeko, Pellegrini, Kolarov e quel Venom premonitore...

    «E' l'attimo prima della sfida, quando ti accorgi che l'avversario più temibile è quello che hai dentro», dice la voce fuoricampo, mentre in un'atmosfera cupa e blu scuro, Manolas, Mirante, Kluivert e, soprattutto De Rossi, si cambiano negli spogliatoi. Eppoi, sì, arriva anche lui, Francesco Totti.

    Bello, bellissimo lo spot diffuso alcune settimane fa in chiave romanista di 'Venom' per il lancio dell'ultimo film Marvel, lanciato con tanto di hashtag azzeccatissimo: #NoiSiamoVenom, con De Rossi che si trasforma nell'antieroe concepito negli anni '80 da David Michelinie e Todd Mc Farlane.

    Mi è capitato di guardarlo nuovamente gironzolando su Youtube, rendendomi conto di quanto sia stato premonitore della crisi romanista. Una metafora cinematografica. A maggior ragione dopo che s'è capito chiaramente quanto il problema della squadra fosse soprattutto “di testa”, così come ha certificato Alessandro Florenzi prima del match di Champions con il Plzn. La Roma però, ha sconfitto il suo 'parassita', l'avversario più temibile che aveva dentro, il Venom che ne aveva pregiudicato partenza in campionato e in Champions fin oltre l'orlo del baratro.

    Ora, dopo le tre vittorie di fila, si può certificare come la Roma sia guarita, ma da qui ad abbassare la guardia naturalmente ce ne passa. I simboli di questa rinascita sono essenzialmente tre: Kolarov, Dzeko e Pellegrini. Il serbo è tornato a sprigionare scintille, oltre che a segnare gol belli e pesanti. Poi, Sua Maestà Edin. Tre gol in Champions all'esordio in casa, una partita intensa, bella, affilata sotto porta. E qui c'è da riflettere. Di Francesco alla vigilia aveva detto: “Edin ha bisogno di essere coccolato, con lui sto facendo un lavoro anche psicologico”. Come, deve essere coccolato? E pensare che Spalletti lo attaccava continuamente e pubblicamente. Se a Dzeko capitava di fare una doppietta l'ex tecnico romanista andava davanti ai microfoni a parlare, più che della doppietta, dei gol mangiati. Roba tipo: “Ne ha fatti due, sì, ma ne poteva fare cinque... Deve essere più cattivo”. Quindi deve essere coccolato o pungolato? Secondo me, la prima che hai detto, senza alcun dubbio. E siamo arrivati a Pellegrini. E' singolare come nella Roma che ha fatto il pieno (e oltre) di trequartisti lui sia deflagrato a livelli supersonici proprio in quel ruolo. Al punto che nel dopopartita Sky Billy Costacurta s'è sbilanciato parecchio: «Pellegrini in quel ruolo mi sembra meglio di Nainggolan...” E DiFra ha risposto: “Speriamo...”.

    Se così sarà lo vedremo, anche se i piedi per terra sono la via migliore per non ritrovarsi il Venom in corpo... Detto questo, le prestazioni di Pellegrini in quel ruolo, protagonista di un avvio di campionato a dir poco disastroso, sono state addirittura magnifiche, una gran bella notizia anche per la Nazionale del Mancio. E ora? Vai col vecchio ritrito adagio: testa bassa e pedalare perchè il Venom è sempre in agguato.

    Paolo Franci

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