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  • E se la Fiorentina fosse in vendita?

    E se la Fiorentina fosse in vendita?

    • Luca Cellini

    Senza un allenatore né un direttore generale. Senza la benché minima voglia di rilanciare, se non a parole, il proprio progetto tecnico-sportivo, ma soprattutto da quasi tre anni sotto un regime di autofinanziamento quasi 'talebano', in nome di un fair play finanziario tutto da varare e su cui, come l'Uefa stessa sa bene, si può lavorare per aggirarlo con sponsorizzazioni e contributi esterni. Il sospetto più che lecito e crescente nella testa di un numero sempre maggiore di tifosi viola è: ma non è che i Della Valle hanno messo in vendita la Fiorentina? O ancora: non è che si aspetta da un momento all'altro il passaggio della società ad un altro gruppo, magari estero? Gli indizi, come si è visto, ci sono tutti, e il fatto che già in passato voci incontrollate su possibili acquirenti si siano rivelate vere accresce la curiosità e manda in tilt il chiacchiericcio.

    Precisato come il club viola sia in questo momento in mano ad una delle famiglie economicamente più solide a livello europeo, e che giocatori e impiegati della Fiorentina ricevono senza ritardi il proprio stipendio, la domanda nasce spontanea: ma non è che i proprietari gigliati si sono stufati di fare calcio? Perché la vera questione di fondo è: che se ne fanno i Della Valle di un club che non li vede coinvolti in prima persona, che arranca da due anni fra media e bassa classifica, e che soprattutto colleziona figuracce? Possibile che Diego e Andrea non si sentano feriti nell'orgoglio nel vedere una loro azienda, l'unica del loro vasto impero, andare così male? Il fatto che non prendano seri provvedimenti per invertire la tendenza può trovare risposta, ad esempio, con la voce (che arriva da gruppi consiliari cittadini) secondo cui da tempo mister Tod's avrebbe dato mandato ad una banca di cedere il club, stanco del mondo del calcio e disilluso da promesse fattegli al momento del suo avvento a Firenze, quasi dieci anni fa, dalla vecchia amministrazione cittadina. 
     
    Possibilità che la società venga rilevata da imprenditori fiorentini? Nessuna! Quest'ultimi si sono già distinti per il loro disinteresse prima del fallimento della Fiorentina dei Cecchi Gori. La notizia secondo cui il padrone della Wind, il magnate egiziano Naguib Sawiris, aveva sondato il terreno nella primavera 2011 con intermediari vicini ai Della Valle, salvo poi scappare davanti alla folle richiesta economica, è stata confermata negli ultimi giorni anche da giornalisti vicinissimi all'ex d.s. gigliato Corvino. Mentre alcuni politici regionali puntano sulla nuova pista aereoportuale parallela per lo scalo di Peretola per attirare le compagnie aeree qatariane (già proprietarie ad esempio del Paris St. Germain), che vedrebbero il loro numero di voli aumentare sensibilmente.
     
    E ancora da Palazzo Vecchio, durante le ultime feste natalizie, filtravano voci di un contatto fra Renzi e Squinzi, proprietario del Sassuolo e nuovo numero uno di Confindustria, il quale però avrebbe declinato ogni possibile proposta d'acquisto, presente o futura, della Fiorentina. L'ultimissima voce invece vorrebbe la Montblanc, già organizzatrice da anni di tornei giovanili, interessata ad entrare nel calcio, dopo che nei prossimi giorni chiuderà uno stabilimento in Germania e si insedierà a Scandicci, alle porte di Firenze.

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