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  • È solo un calo? Ecco dove sta sbagliando questo Milan ‘svalvolato’

    È solo un calo? Ecco dove sta sbagliando questo Milan ‘svalvolato’

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Quello di Lecce e Riyad è stato il Milan più svalvolato della stagione. In Arabia si capiva fin dall’inizio che ne avrebbe presi 4, invece ne ha presi solo 3, ma c’è da ringraziare il Padre Eterno. Il momento no della squadra di Pioli è sotto gli occhi di tutti, e in diversi sostengono che dipenda solo da un calo psicofisico. Giroud e Theo sono depressi o spompati per via del Mondiale, i difensori accumulano errori assurdi, davanti ci si affida solo al divo Leao... Ma la prestazione contro l’Inter è stata troppo povera, troppo decadente, non può bastare un’analisi del genere. Ecco perché ci siamo chiesti se oltre ai fattori fisici e mentali, siano da prendere in considerazione anche alcune questioni legate all’organizzazione in campo. Del resto questi aspetti sono interconnessi.  

    ATTEGGIAMENTO E PROBLEMI IN COSTRUZIONE - Anche se l’origine di questa mini-crisi è da rintracciare probabilmente nel finale di Milan-Roma, partiamo dall’errore di Kalulu. In questo caso è semplice: trasferta di Lecce prima del volo per Riyad, guasto tecnico: pochi metri di passaggio senza pressione e palla regalata a Di Francesco. Purtroppo capita.

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    Se poi nella stessa azione il terzino Theo fa autogol su un cross ampiamente leggibile, ecco che viene normale parlare di atteggiamento sbagliato. Un clima di sufficienza e leggerezza. Due indizi non fanno ancora una prova? Be’, basta continuare a guardare il primo tempo di questa partita per trovare il terzo, il quarto ecc… Pessimo avvicinamento alla Supercoppa.

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    Reazione di Pioli: Kalulu in panchina a Riyad. Risultato: Kjaer bocciatissimo, Tomori ne combina di ogni. Ad esempio anche lui perde un pallone sanguinoso in costruzione. 

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    Qui Tomori, regalando palla a Dimarco che sopraggiunge da fuori inquadratura al limite dell’area, genera una situazione ancora più pericolosa di quella di Lecce, che in fin dei conti si poteva anche gestire. E in questo caso contro l’Inter, l’errore è sì dovuto a una scelta ‘svalvolata’ del difensore rossonero, ma nasce anche da una cattiva reazione organizzativa ai problemi posti dalla pressione dell’Inter alla costruzione del Milan. La squadra di Pioli o la buttava sopra per Giroud e Leao (dove il più delle volte i centrali nerazzurri avevano buon gioco sulle palle alte) oppure cadeva in aporia, e balbettava un accenno di costruzione dal basso, con Kjaer e Tomori sempre infastiditi dalle due punte di Inzaghi, e il centrocampo sempre po’ troppo distante o vuoto, e comunque braccato dalle preventive di Mkhitaryan, Calhanoglu e Barella. Se il Milan ha faticato a costruire contro l’Inter, questa volta non è dipeso dall’atteggiamento o dalla forma fisica di alcuni giocatori, ma da una vittoria tattica piuttosto evidente di Inzaghi su Pioli.  

    MARCATURE BIZZARRE SU PALLA INATTIVA - Prima di entrare nel cuore di questa differenza, mi preme farvi notare, en passant, un dettaglio su una palla inattiva, dato che dopo Milan-Roma se ne parla tanto. I rossoneri soffrono corner e calci piazzati per stessa ammissione di Pioli, e il gol di Baschirotto è stata solo l’ultima conferma. Ecco, non credo che assegnare Dzeko a Messias possa risolvere il problema.

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    Questo è il corner della parata di Tatarusanu sulla pericolosa girata di Dzeko.   

    LA SOLITUDINE DEGLI INTERNI - Non sono state le marcature su corner, tuttavia, il principale problema del Milan contro l’Inter. La squadra di Pioli ha sofferto la solitudine degli interni: c’era un’inferiorità numerica sistematica a centrocampo, che diventava presto anche qualitativa. Sommate la qualità di Calha, Mkhitaryan, Dzeko e Barella e capirete le difficoltà di Tonali e Bennacer, lasciati spesso troppo soli in mezzo al campo. 

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    Era a partire da questo ‘controllo del centro’ che l’Inter sviluppava i suoi attacchi. 

    TANTO CI PENSA TONALI 1- Il Milan sembra affetto da una patologia della fase difensiva: il ‘tanto ci pensa Tonali’. Che a rifletterci bene equivale al ‘tanto ci pensa Leao’ nella fase offensiva, quando i rossoneri non funzionano di collettivo. In entrambi i casi manca l’effetto squadra, un fattore che ha pesato nella Supercoppa e che il Milan deve ritrovare al più presto per rimettersi in carreggiata. A tal proposito può essere utile notare che nell’azione del primo gol dell’Inter non c’è solo l’errore ‘a valle’ di Kjaer sulla rifinitura di Dzeko per Barella (di molti altri errorini si potrebbe parlare…). C’è anche e forse soprattutto un problema ‘a monte’: possibile che su questo scivolamento verso Darmian, seguito a una rimessa laterale battuta sul lato opposto del campo, debba arrivare primo Tonali di Leao?

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    Guardate questo mancato aiuto del portoghese cosa produce in mezzo.

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    TANTO CI PENSA TONALI 2- Alle volte però non sono solo i giocatori ad appoggiarsi alla generosità di Tonali. Anche il mister ne approfitta, chiedendo marcature a uomo un tantino estreme ai suoi ragazzi, come nel caso del secondo gol dell’Inter. Ok la dormita complessiva sulla punizione calciata da Bastoni, ma perché tirare il collo a Tonali in questo modo? Già fa una partita in inferiorità numerica in mezzo al campo, se poi deve anche assorbire gli inserimenti della seconda punta, allora ciao.

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