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  • Ecco perché senza la Juventus Torino rischierebbe la Serie B

    Ecco perché senza la Juventus Torino rischierebbe la Serie B

    • Marco Bernardini
    Torino a differenza di Napoli non è “mille colori”. Eppure poche tinte le sono sempre bastate per poter riflettere luminosità particolari e talvolta segrete così da poter essere una città comunque speciale. Talvolta difficile da comprendere e persino complicata per se stessa. Sempre coinvolta come cartolina esemplare di tutti i mutamenti in atto nell’intero Paese. Geograficamente appartata e quindi raramente frequentata dal forestiero che solitamente deviava, scavalcandola, per andare a visitare altri luoghi maggiormente promossi dalla propaganda reclamistica. Gli anni della Fiat come motore pressoché unico cementavano il luogo comune che la voleva città “dormitorio” più o meno come l’americana Detroit. Soltanto pochi fortunati e turisti non convenzionali riuscivano a vederla e a scoprirne l’anima rendendosi conto di quanto fosse fascinosa e intrigante malgrado la sua immobilità da bella addormentata. Poi arrivarono i Giochi Olimpici del 2006. L’ultimo regalo che Gianni Agnelli volle fare alla sua città prima di andarsene, consapevole di averla sfruttata per rendere sempre più grande il suo impero. Fu un trionfo.

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