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  • Eldense made in Italy: da ufficio indagini la sconfitta 12-0 col Barcellona

    Eldense made in Italy: da ufficio indagini la sconfitta 12-0 col Barcellona

    • Pippo Russo
    Il 12-0 subìto contro il Barcellona B è stato un’umiliazione incancellabile, ma forse per l’Eldense la parte più squallida della storia deve ancora arrivare. Circolano sospetti di aggiustamento della gara, rafforzati dalle dichiarazioni di un giocatore. E soprattutto viene messo sotto accusa il gruppo degli investitori italiani che da qualche mese ha firmato un accordo con la Junta Directiva del club. È proprio questo l’aspetto più interessante e inquietante della vicenda. Che è talmente complessa da richiedere d’essere raccontata attraverso più di un articolo. Ma andiamo per gradi.

    Nel pomeriggio di sabato 1° aprile l’Eldense, squadra della cittadina di Elda (Comunità Valenciana) prende 12 gol dal Barcellona B in una gara della trentaduesima giornata del torneo di Segunda B, il terzo gradino della piramide calcistica spagnola. Chi legge il tabellino su internet pensa sia un pesce d’aprile, e invece è tutto vero, come lo sono le lacrime dei giocatori eldensi all’uscita dal campo, vanamente consolati dai colleghi blaugrana. Ultimissimi in classifica, può andare. Ma farsi massacrare così, proprio no.

    L’indomani, cioè durante la giornata di ieri, la reazione della Junta Directiva è clamorosa. Tramite un comunicato ufficiale diramato sul sito web vengono annunciati due provvedimenti: 1) la rescissione del contratto col gruppo di investitori italiani; 2) la sospensione dell’attività della prima squadra, un provvedimento che come recita il testo viene preso “cautelarmente” (LEGGI QUI).

    E nelle stesse ore in cui il clamoroso gesto della Junta Directiva richiama l’attenzione dei siti web di tutto il mondo, fanno analogo rumore le esternazioni di uno dei calciatori che hanno dovuto ingoiarsi l’umiliazione in campo. Si tratta di Cheikh Saad Bouh Diagne, centravanti ispano-mauritano classe 1990. Dapprima via social network lancia accuse verso alcuni compagni che in campo parevano proprio “scansarsi”. E poi rafforza il concetto durante un’intervista radiofonica parlando di almeno quattro colleghi le cui performance sono state ben al di sotto d’ogni sospetto (LEGGI QUI). Se c’è stata combine, lo stabilirà l’inchiesta che a questo punto è inevitabile. Tanto più che quella di ieri non è nemmeno la prima volta che una gara dell’Eldense può definirsi sospetta. Anche quella persa 3-1 lo scorso 19 marzo contro il Cornellà è parecchio chiacchierata.

    Ma intanto c’è la parte “italiana” della storia che merita d’essere approfondita. A partire dai personaggi. Quello centrale si chiama Nobile Capuani, rappresentante del gruppo d’investitori italiani di cui nulla si sa. L’anno scorso aveva rilevato il Jumilla, altro club spagnolo di Segunda B reso famoso dal fatto d’essere finito in orbita italiana (LEGGI QUI). Finì male, così come è stato nel caso del recente passaggio a Poggibonsi (LEGGI QUI). Chiusa la breve avventura in Toscana, Capuani rimette piede in Spagna nella seconda metà dello scorso mese di gennaio per assumere il ruolo di direttore generale dell’Eldense (LEGGI QUI). Fino al 12-0 di sabato scorso.

    Il secondo personaggio è l’allenatore Filippo Vito Di Pierro, giunto all’Eldense pochi giorni dopo Capuani. Al suo arrivo viene presentato come ex collaboratore di Arrigo Sacchi (LEGGI QUI). E chissà cosa pensi lo stesso Sacchi, rispetto all’uso che viene fatto del suo nome. Il curriculum da allenatore di Di Pierro verrà illustrato in uno dei prossimi articoli. Per adesso si può dire che all’Eldense ha agito da allenatore-ombra, lasciando che in panchina andassero altri (LEGGI QUI).

    Il terzo personaggio si chiama Federico Carboni, che a febbraio scorso è stato nominato responsabile marketing e comunicazione del club (LEGGI QUI). Soltanto un mese in carica, e a metà marzo si dimette (LEGGI QUI). Nel suo caso, nessun coinvolgimento. L'inchiesta non lo tocca.

    @pippoevai
     

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