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  • Empolimania: difesa da rivedere, stavolta le scelte di Iachini non convincono

    Empolimania: difesa da rivedere, stavolta le scelte di Iachini non convincono

    • Carlo Alberto Pazienza
    Tanta Samp davanti, poco Empoli dietro. Si potrebbe riassumere così la gara persa ieri dall’Empoli in casa per mano della Sampdoria, la seconda (consecutiva) da quanto Beppe Iachini siede sulla panchina azzurra. Una partita in cui, bisogna essere sinceri, l’Empoli ha poco da recriminare, in quanto, per numeri e gioco espresso, i blucerchiati hanno dominato e vinto la gara meritatamente. D’altra parte si parla di una squadra, la Doria, che si trova a ridosso della zona Champions e che per valori tecnici ed esperienza è di gran lunga superiore agli azzurri. Sono poche infatti le squadre di A, eccezion fatta per i top team, che possono schierare un tridente offensivo con le doti tecniche di Quagliarella, Ramirez e Defrel (quest'ultimo apparso comunque sottotono), valori che ieri hanno fatto la differenze. È vero, alla fine sono stati i cambi a fare la differenza e la vittoria è arrivata solo negli ultimi 5’ grazie all’ingresso nella partita di Saponara e Caprari e alle grossolane incertezze di Provedel, ma ai punti i doriani non avrebbero certo meritato un risultato diverso dalla vittoria. Lo dicono i numeri: 69-31 il possesso palla; 15 tiri totali a 6 di cui 12 (contro 3) nello specchio. Gli azzurri si sono trovati in vantaggio un po’ per caso e in difesa hanno concesso davvero troppo. La sensazione dalla tribuna infatti è stata che la Samp potesse segnare ogni qualvolta si avvicinava all’area di rigore dei toscani.

    In questo senso potrebbe aver inciso, sia sulla tenuta difensiva sia sull’incisività offensiva della squadra, lo schieramento tattico studiato da Iachini, che come di consueto si è affidato al 3-5-2. Già intorno alla metà del primo tempo però si intravedeva che qualcosa non andava: il centrocampo non riusciva a garantire la solita densità, lasciando la difesa sotto una continua pressione alla quale i centrali azzurri non hanno saputo rispondere con determinazione. Anche la costruzione del gioco non è stata fluida ed efficace come al solito. L’assenza di Krunic ha pesato oltremodo, perché anche se il bosniaco è solito estraniarsi dalla partita per lunghi periodi, è l’unico in grado di cambiare ritmo e garantire quei 5-6 strappi a partita che trasformano una semplice ripartenza in un’azione potenzialmente pericolosa. Oltre a questo, possiede doti tecniche che nessun altro centrocampista azzurro può vantare. Anzi, forse uno ci sarebbe: Miha Zajc, anche ieri lasciato in panchina per oltre 70’ (va detto che la sua prestazione non è stata comunque particolarmente positiva). Forse, vista l’assenza del bosniaco, la qualità in mezzo al campo del trequartista sloveno poteva far comodo, se non dall’inizio almeno dalla ripresa. Infatti, quando Iachini ha tolto Rasmussen per inserire Zajc, passando dal 3-5-2 al 4-3-1-2, l’Empoli ha trovato subito il gol del pareggio. I cambi di Giampaolo, e le incertezze di Porvedel, hanno fatto la differenza, ma col nuovo assetto per qualche minuto l’Empoli sembrava in grado di andare a vincere la partita. La sconfitta comunque ci sta, il problema che adesso gli azzurri hanno due gare per nulla facili (Toro fuori e Inter in casa) nelle quali però sarà obbligatorio provare a fare punti per non rischiare di rovinarsi Natale e ultimo dell’anno con una classifica nuovamente “fastidiosa”
     

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