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  • Empolimania: emerse tutte le criticità della squadra, col Chievo sarà una finale

    Empolimania: emerse tutte le criticità della squadra, col Chievo sarà una finale

    • Carlo Alberto Pazienza
    Circa due mesi fa iniziava l’era Iachini. Nonostante le perplessità della scelta, che avrebbero portato ad un cambio di modulo e di mentalità, nelle prima 4 partite il tecnico marchigiano ha rialzato l’Empoli e conquistato 10 punti, molto di più di quanto avesse fatto Andreazzoli nelle precedenti 11. Un mese e mezzo dopo, tutto il lavoro fatto dal nuovo allenatore sembra essersi polverizzato, perché nelle ultime 6 partite i toscani hanno raccolto un solo punto, frutto del pareggio incassato in extremis domenica scorsa a Cagliari. Ecco, nell’ultimo pezzo di approfondimento avevamo sottolineato quanto fosse indispensabile rinforzare la squadra in vista di questo match, ma evidentemente il nostro invito, che poi è il medesimo di tifosi e giornalisti che seguono gli azzurri, non è stato raccolto. Una settimana dopo nulla è cambiato: l’Empoli incassa una pesante sconfitta interna con il Genoa e perde una ghiotta opportunità di allungare sul Bologna e di superare l’Udinese, rimaste a secco in questa pazza giornata di Serie A. I toscani hanno fallito miseramente l’appuntamento, mostrando per l’ennesima volta i grossi limiti che si portano dietro da qualche settimane. Limiti tattici, di esperienza, di personalità e di alternative tecniche. Con l’avanzare del campionato e il susseguirsi delle partite, ci si sta sempre più accorgendo come questa squadra sia stata assemblata male.

    Una squadra costruita per giocare palla a terra, ma che in estate si è rinforzata con l'acquisto di contropiedista (La Gumina) e un mediano poco avvezzo al palleggio (Acquah). Costruita per il 4-3-1-2, ma che adesso, con l’avvento di Iachini e il passaggio al 3-5-2, palesa difficoltà nella gestione dei contropiedi, visto che ha un centrocampo di palleggiatori e non ha difensori veloci che possono recuperare molti metri in pochi secondi. Ed è così, infatti, che sono nati il gol di Farias a Cagliari e quello di Kouame di ieri sera. Due lanci letti male dal centrale (Veseli in entrambe le circostanze) che si sono trasformati in due gol decisamente evitabili. In attacco ha costruito molto contro il Genoa e se avesse chiuso il primo tempo in vantaggio non avrebbe rubato nulla. Caputo, Krunic e Traore però non hanno avuto la lucidità di segnare da pochi passo, permettendo al Genoa di uscire fuori alla distanza con la sua arma migliore: il contropiede. Così sono nati i due gol che nella ripresa hanno steso gli azzurri, incapaci di contrastare le veloci ripartenze genoane. Serve allora un cambio di passo: la squadra va rinforzata, ma a gennaio difficilmente si fanno miracoli e a tre giorni dalla chiusura delle operazioni pensare di trovare l’uomo che possa fare la differenza in difesa diventa a dir poco ambizioso. Intanto però lo spogliatoio deve fare quadrato e compattarsi in vista della gara di sabato contro il Chievo, un vero e proprio spareggio salvezza che gli azzurri non possono permettersi di sbagliare.
     

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