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  • Empolimania: sconfitti sul campo, vincenti fuori

    Empolimania: sconfitti sul campo, vincenti fuori

    • Nico Raffi
    All'indomani dell'eliminazione della Coppa Italia ad opera della Roma e grazie al rigore letteralmente "inventato" nei supplementari dall'arbitro Di Bello di Brindisi che ha permesso ai giallorossi di passare il turno, l'Empoli ha scoperto di essere uscito comunque vittorioso dalla sfida dell'Olimpico. Se la squadra di Sarri avesse centrato infatti una clamorosa qualificazione ai quarti di finale di Coppa, paradossalmente non avrebbe catalizzato verso di sè tutte le attenzioni mediatiche che le sono state riversate in seguito alla sciagurata decisione del direttore di gara che ha fatto fuori gli azzurri dalla competizione. 

    La formazione empolese, vittima di una svista colossale, ha scoperto improvvisamente di avere numerosi estimatori in giro per l'Italia. Tra di essi un bel numero di tifosi giallorossi che non hanno esitato a manifestare attestati di simpatia e di solidarietà verso la piccola società toscana che, ancora una volta, non ha dimostrato soltanto di avere una precisa identità di gioco basata sulla qualità, sul palleggio, sul coraggio e la sfrontatezza ma anche di possedere un certo stile nell'incassare le sconfitte, perfino le più ingiuste e insopportabili. L'Empoli, attraverso le dichiarazioni di mister Maurizio Sarri prima e del presidente Fabrizio Corsi poi, non ha scelto la facile strada del vittimismo, versando patetiche lacrime di autocommiserazione, nè ha optato per un violento attacco verbale alla classe arbitrale che ha vanificato la grande prova infrasettimanale degli azzurri in Coppa Italia, ma ha inghiottito con amarezza e grande dignità il torto subito rimarcando un punto essenziale: che si può esprimere un calcio di qualità anche senza essere in possesso di particolari mezzi economici o senza aver alcun peso di carattere "politico".

    Nel giro di pochi giorni l'Empoli, in campionato, ha messo sotto l'Inter sul piano del gioco incontrando l'onesta e amara constatazione di Roberto Mancini: "la nostra squadra dovrebbe imparare dall'Empoli come si gioca, si muove la palla e si corre". In Coppa, ha imposto l'appendice dei supplementari alla Roma giocando a viso aperto e spaventando Totti e compagni prima che l'arbitro Di Bello decidesse di ergersi a protagonista decretando il penalty decisivo per un fallo inesistente di Zielinski ai danni del giallorosso Paredes. Stavolta però, sulla prestazione dell'Empoli, non sono piovuti i complimenti e gli elogi dell'allenatore avversario bensì discutibili dichiarazioni sulla bontà della decisione del direttore di gara.

    Così, mentre sul web e sui social network, imperversavano i messaggi di tanti tifosi romanisti che si sentivano in dovere di chiedere scusa al club azzurro ammettendo con grande onestà di essere stati favoriti, nello stesso tempo il tecnico giallorosso Rudi Garcia parlava di "rigore netto" e di "decisione giusta da parte dell'arbitro". Un'occcasione persa per manifestare un pò di buon senso, di eleganza e di sportività.
     

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