Eriksen: 'Ho scelto l'Inter perché è più facile vincere in Italia. La quarantena? Mi ha fermato pure la polizia...'
SEMPRE SUL TOTTENHAM - “Al Tottenham ci saranno sempre persone che saranno arrabbiate con me. Ma la stragrande maggioranza dei fan è stata positiva e mi è piaciuto molto giocare nel club. Ho incontrato molte brave persone e ho molti bei ricordi del mio tempo lì. Avrei voluto dire addio in un modo diverso, ma non è così che va il mondo del calcio. In Italia mi sento molto ben accolto sia dal club, sia dai giocatori che dai tifosi. Certo è tutto diverso. Mi dovevo inserire in un gruppo già formato, imparare una nuova lingua e un nuovo stile di gioco”.
SU MILANO - “Ho preso molte lezioni di italiano, ho costruito dei Lego e ho parlato al telefono con tutti quelli che ho potuto, e ho guardato Netflix.Una settimana dopo, Sabrina e Alfred mi hanno raggiunto dopo 14 giorni di quarantena. Sappiamo qualcosa solo una settimana prima e tutto è incerto. È strano che siano qui, perché è un po’ come una vacanza. Ma in vacanza, sai che finirà tra due o tre settimane, e ora sono passate sette settimane in quarantena. Non ho mai avuto così tanto tempo libero e molto lontano dal calcio. Eravamo andati a fare shopping una volta, e all’inizio avevi anche la sensazione che fosse sbagliato uscire. Non c’è modo di fare nulla, quindi devi davvero tirarti su. Nella grande prospettiva, non dovremmo lamentarci, per molti è molto più difficile rispetto a quello che passiamo noi, ma rispetto alla vita di tutti i giorni a cui ci siamo abituati, è molto diverso”.
LA POLIZIA… - “La quarantena? Ho pensato di parlare con Lukaku e Young, che erano anche nuovi all’Inter, di stare con loro, ma avevano anche delle famiglie da accudire, e quindi 14 giorni come ospite su un divano è molto tempo. Invece, sono finito presso la struttura di allenamento del club con uno chef e cinque allenatori che hanno scelto di mettersi in quarantena per proteggere le loro famiglie. Una volta mi ha fermato una pattuglia a Milano. Nel mio cattivo italiano ho dovuto spiegare cosa stavo andando a fare e mostrare i documenti, dove stavo andando e cosa avrei fatto”.