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Villalba: 'Somiglio a Iturbe, mi ispiro a Cristiano Ronaldo, sogno l'Italia'

Villalba: 'Somiglio a Iturbe, mi ispiro a Cristiano Ronaldo, sogno l'Italia'

  • Fabrizio Romano
"Nel Barrio impari a vincere". Da quando era ancora un bambino, Hector Villalba - per tutti semplicemente Tito - ha assaggiato il sapore della polvere. Ha capito cosa vuol dire guadagnarsi tutto nella sua Villa 1-11-14, una delle più malfamate di Buenos Aires. Dove conosci la sopravvivenza, l'umiltà, la fame. E cosa volete che sia un gol, pane quotidiano di chi vive il Barrio, chiedere a Carlitos Tévez per credere. Di chi è cresciuto col pallone tra i piedi dalla mattina alla sera, di chi sognava uno stadio ai suoi piedi o il primo stipendio, da portare subito a mamma e papà. Questa è la favola di Tito Villalba, il Pibe del San Lorenzo che in lui ha creduto da quando aveva dieci anni. Un'ala letale, classe '94, capace di giocare anche da seconda punta: dribbling pazzeschi, velocità, controllo del pallone, freddezza. Una sentenza pure quando c'é da far gol, addirittura sei in questa sua prima stagione tra i grandi che ha visto il Ciclon sul tetto d'Argentina, spesso partendo da riserva. Ma cosa volete che sia la panchina per un combattente come Villalba, che il posto da titolare se l'é preso sul campo. Con un altro gol decisivo anche due notti fa, Copa Libertadores, al Botafogo.

Il Verona lo vuole a tutti i costi per il dopo Iturbe, il Napoli lo osserva, mezza Europa si sta accorgendo di lui. E Tito Villalba si racconta a Calciomercato.com in esclusiva tra passato, presente, futuro. Il modo migliore per conoscere un nuovo crack d'Argentina di cui sentiremo presto parlare.

Tito, una stella che sta nascendo al San Lorenzo. Ti senti sempre più protagonista?
"Beh, protagonista non ancora. Sono giovane, c'è tempo per arrivare a tutto questo. Ma per come stanno andando le cose devo dire che sono davvero contento".

Il Gasometro è pazzo per te, le tue qualità sono evidenti e il San Lorenzo vola. Meglio di così...
"Mi sta riuscendo tutto per il meglio. A me come alla squadra, le cose vanno per il verso giusto e ci stiamo giocando tanti obiettivi importanti. Adesso, con il San Lorenzo in questo semestre speriamo di poter arrivare più in fondo possibile nelle varie competizioni".

Anche in Copa Libertadores, dove un tuo gol ha contribuito nell'impresa del passaggio del turno.
"Sì, è vero. Mi ha fatto piacere segnare, ma è stata la vittoria di tutti, di un grande gruppo. Per fortuna abbiamo passato il turno in Copa e adesso vogliamo andare avanti".

Dribbling, velocità, numeri, gol: questo e molto altro è Tito Villalba.
"Non amo parlare di me, trovo sia difficile descriversi. Però posso dire di essere un giocatore di potenza e velocità, lo scatto con il pallone è quel che prediligo. Da piccolo praticavo tante corse di atletica nel Barrio, la velocità è stata una mia compagna di viaggio, sono abituato. E poi sì, non so se sarò un goleador ma faccio anche qualche gol... (ride, ndr)".

La tua giocata preferita?
"Un tocco e via, palla subito al compagno e scatto in velocità superando il difensore in marcatura".

E non ti prendono mai...
"Non esageriamo (ride, ndr)".

In Europa i paragoni per te si sprecano: assomigli ad Iturbe come dicono tutti?
"Ricordo perfettamente Iturbe al River Plate, ha fatto benissimo. Ora però all'Hellas Verona noto che gioca diversamente, più sulla fascia come un esterno alto. Credo che Juan sia bravissimo, un gran giocatore che stimo molto. E devo dire che in qualcosa siamo simili, nel nostro calcio fatto di potenza e velocità".

Saprai che proprio il Verona ti sta seguendo da vicino, non è l'unico club italiano. E se arrivasse anche per te la chiamata della Serie A?
"L'Italia mi piacerebbe. Seguo il calcio della Serie A, è molto tattico e competitivo. Sarebbe sicuramente bellissimo potersi confrontare a quei livelli. E poi, ci sono tanti argentini...".

Magari sarà Tito Villalba il prossimo, un crack che come tutti avrà il suo idolo...
"Cristiano Ronaldo. Lo ammiro per potenza, classe, esplosività. Confesso che lo osservo molto".

Come Cristiano è idolo a Madrid, Villalba lo sta diventando al San Lorenzo.
"Sono legatissimo a questa società. Sono nato di fronte allo stadio, è il club del mio Barrio, devo tutto al San Lorenzo perché sono qui da quando ero un bambino. Sono nato tifoso del Ciclon e lo sarò per sempre".

Tito, sfogliamo l'album dei ricordi: l'emozione più grande da calciatore provata fino ad oggi?
"Vincere lo scorso campionato è stato un qualcosa di fantastico, sicuramente l'emozione più bella. L'immagine della gente prima a sostenerci sempre, a tifare San Lorenzo e poi a festeggiare con noi. Tutti insieme. Davvero un ricordo indelebile".

E apriamo il tuo cassetto dei desideri: cosa troviamo?
"Il mio grande sogno è diventare campione della Copa Libertadores con il San Lorenzo. E con questo gruppo di compagni che sono prima di tutto amici. Immagino la gioia della nostra gente...".

Magari, sperando di vestire un giorno la maglia della Seleccion argentina.
"E' il sogno di qualsiasi bambino che calcia un pallone in questo Paese. Ma c'è da lavorare, tanto. E ho intenzione di impegnarmi sempre al massimo per raggiungere tutti i miei sogni".

Come ti sei impegnato per arrivare dove sei adesso: la tua storia racconta di un ragazzino che dava i primi stipendi alla mamma...
"Sì, è tutto vero. Devo dire che amo moltissimo mia madre, le portavo lo stipendio per intero. Ma non ci è mai mancato niente: mamma e papà hanno sempre lavorato, ci hanno dato una buona educazione. E soprattutto, mi hanno appoggiato in qualsiasi circostanza: gliene sarò grato per sempre".

Dal Barrio al San Lorenzo, sognando l'Europa e la Seleccion. Quanta importanza ha avuto nella tua carriera l'essere cresciuto nella Villa?
"La 'strada' mi ha aiutato molto. Sono di una famiglia umile, che ha saputo sempre sostenermi. Senza farmi mancare mai nulla. Anzi, ho imparato qui i segreti migliori".

Perché nel Barrio è nato un altro talento d'oro: Tito Villalba.
 "Nel Barrio impari tutto. Anche come si vince".

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