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Ex pres. Figc Carraro: 'Chiamai Bergamo per non favorire troppo la Juve. Pairetto-Moggi, l'antimafia e le intercettazioni...'
SULLE INTERCETTAZIONI - "Come ho detto, la situazione a un certo punto è peggiorata. Alla vigilia di una partita importante, Roma- Juve, sento che l’arbitro designato (Trefoloni, ndr) si è dato malato e mi preoccupo; anche perché al suo posto ne viene spedito uno non fra i migliori (Racalbuto, ndr). E a Bergamo dico: 'Almeno nei casi dubbi, mi raccomando: non si favorisca la Juve'. Quella volta mi infuriai. Non c’era il Var e la prassi, su un fallo al limite dell’area, era dare punizione: non protestava nessuno. In quell’occasione invece l’arbitro diede il rigore e io, che ero alla televisione, mi imbestialii: con Bergamo volarono parole grosse".
IL RETROSCENA - "Le intercettazioni della Procura di Torino? Nel febbraio 2006 mi chiamò Marcello Maddalena chiedendo di incontrarmi: era a Roma, ci vedemmo all’antimafia. La Procura di Torino, mi disse, aveva fatto una lunga indagine in cui la Juventus era coinvolta: non era stato riscontrato nulla di penalmente rilevante, l’inchiesta era stata chiusa ma il materiale veniva dato alla Figc affinché valutasse se i comportamenti dei tesserati avessero o meno violato la lealtà e la correttezza sportiva. Ebbene, in rispetto al principio della separazione dei poteri io consegnai il giorno stesso la documentazione al procuratore Palazzi. Non era compito mio esaminarla".