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  • Extracomunitari e vivai: come si rilancia il calcio italiano?

    Extracomunitari e vivai: come si rilancia il calcio italiano?

    • Gianluca Minchiotti

    Riceviamo, pubblichiamo e rispondiamo

    Buongiorno a tutta la redazione e a tutti i lettori. Vorrei porvi un'idea e magari sentire il vostro parere sul rilancio dei giovani in italia. Io trovo che sia totalmente sbagliato bloccare l'ingresso degli extracomunitari nel calcio italiano, anche perché per ragione di coerenza dovrebbero farlo per chi viene clandestinamente con un barcone. Ma qui il discorso è prettamente politico e noi dobbiamo parlare solo di calcio. Secondo me per rilanciare il calcio, intanto si dovrebbe bloccare il numero dei giocatori in rosa, restringere a un massimo di 25 elementi. In questo modo le società risparmierebbero un sacco di soldi in bilancio. In questi 25 obbligatoriamente devono esserci ben 5 under 19/20 italiani. In questo modo le società saranno costrette a farli giocare prima o poi... Se prendessimo per esempio la Juve con tutti gli infortuni, oggi ci sarebbero almeno due/tre giovani con 20 presenze in serie A. Sarebbe una delle 100 soluzioni per incentivare le società ad investire sui giocatori nostrani. Grazie per la vostra attenzionespero di riceve il vostro parere al piu presto.

    Gianfranco

    Buongiorno Gianfranco,
    rispondiamo volentieri alla sua mail, che solleva una questione che sta molto a cuore a tanti appassionati, specialmente dopo la fallimentare spedizione della Nazionale in Sudafrica. Per quanto riguarda il blocco (o meglio, la riduzione) del numero di giocatori extracomunitari tesserabili, ribadiamo un concetto già espresso nelle scorse settimane: quello adottato dalla Figc è un provvedimento populista e di facciata, preso sull'onda emotiva dal ko ai Mondiali, un provvedimento che non ha niente a che fare con la soluzione del problema della crescita dei giovani italiani, nè tantomeno con la rinascita della Nazionale, in quanto nulla, secondo questa norma, impedisce a un club di schierare in campo undici francesi, inglesi, spagnoli, ecc., per non parlare dei sudamericani con doppio passaporto. Una soluzione seria al problema dei vivai italiani, invece, è quella di seguire alla lettera le direttive Uefa. Sì, la tanto vituperata Uefa di Michel Platini, che tante volte abbiamo criticato, attraverso le normative degli ultimi anni ha già messo una serie di paletti che, caro Gianfranco, vanno proprio nella direzione da lei indicata. Riepiloghiamo il regolamento Uefa:

    Stagione 2006/07: almeno quattro giocatori cresciuti a livello locale in una rosa di 25.

    Stagione 2007/08: almeno sei giocatori cresciuti a livello locale in una rosa di 25.
    Dalla stagione 2008/09: almeno otto giocatori cresciuti a livello locale in una rosa di 25.

    E' evidente che un 'giocatore cresciuto a livello locale' può anche essere, in alcuni casi, un giocatore non italiano, ma un elemento acquistato in giovanissima età dall'estero e fatto crescere nel settore giovanile di un club, ma queste norme ci sembrano comunque più serie rispetto al palliativo adottato dalla Figc ed è proprio nel solco di questa norme Uefa che la nostra Federazione dovrebbe muoversi, apportando delle migliorie, ove possibile, che favoriscano i giocatori con passaporto italiano.

    Per concludere, un altro elemento che potrebbe favorire la crescita e l'esplosione dei talenti italiani, anche al di là delle norme, èla presenza di buoni maestri e di grandi esempi da seguire, e in questo senso il rientro di Roberto Baggio in Figc non può che essere accolto con favore.

     

     


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