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  • FALLO LATERALE: caro Calcio Natale...
FALLO LATERALE: caro Calcio Natale...

FALLO LATERALE: caro Calcio Natale...

Caro Calcio Natale,

ti scrivo questa letterina con cui chiederti i regali che mi piacerebbe avere per l’anno prossimo. Forse pretendo troppo, ma in fondo un po’ me lo merito. E’ da tanti anni che seguo i campionati italiani (ne ho visto anche qualcuno di serie B insieme a parecchi tornei giovanili) per non parlare delle Nazionali. E poi tutto ciò che segue: prepartita, postpartita, tavole rotonde, giornali, siti. Twitter no, almeno in quello sto un po’ a dieta, già obeso dal troppo colesterolo comunicativo.

Il primo regalo che ti chiedo è il “Silence is Golden Award”, premio dedicato a chi fra i tesserati della serie A si sia distinto per una morigerata attitudine nelle proprie dichiarazioni. Per quell’allenatore che non dà la colpa all’arbitro se perde con un solo gol di scarto, quel Presidente che sa esprimersi in un italiano sobrio e senza dietrismi, quel calciatore-bandiera che non evoca complotti dopo una partita finita male, quel dirigente che riconosce qualche suo errore. Il premio consiste in uno speciale telecomando che il vincitore può attivare, interrompendo in diretta le minacce, gli anatemi, i lamenti di colleghi avversari. Li vede e sente alla televisione mentre con la faccia torva e abbacchiata ripetono per l’ennesima volta che è “tutta colpa di…” e li rende muti: quelli parlano, ma non si possono udire. Sono come pesci in un acquario televisivo. Sì, il vincitore toglie loro la parola.

Il secondo regalo è un mazzo di fiori belli e profumati al Presidente De Laurentis. Personaggio difficile, questa volta si è superato. Dopo un’ennesima brutta figura, ha sostenuto a spada tratta il suo allenatore Benitez. Magari mi sbaglio e al prossimo pareggio in casa con una "provinciale", dopo la facile vittoria con un predestinato Parma, lo fa fuori oppure aspetta il risultato di questa inutile Supercoppa che si gioca in un paese degli sceicchi.

Terzo. Ecco, leviamole queste Supercoppe, le tournèe in Corea, Malesia ecc. Serviranno a far conoscere il calcio italiano, a vendere qualche maglietta in più (tanto le nostre son tutte taroccate) ad aprire un Club Milan nel Borneo o uno Juventus Palace nelle Filippine, ma non se ne può più. A forza di marketing, di ricerca affannosa di qualche soldo, si spremono i giocatori e si crea una ridondanza di eventi, partite, sfilate (quasi una al giorno) che saturano anche la più compulsiva bulimia. Forza Calcio Natale, dai una sforbiciata alle kermesse inutili.

Ti sarei grato se potessi regalare ad Allegri un nuovo giocatore che si chiama Alvaro Vidal ed anche un po’ di memoria, visto che, giustamente, ora l’allenatore labronico chiede di finirla col tormentone Rocchi-Juve-Roma. Ma si dimentica che il tormentone Muntari, quando allenava il Milan, durò almeno 3 mesi.

Una decina di confezioni di "Benitezene" (potente calmante prodotto da Benitez) a Rudi Garcia. Ci penserà un po’ prima di parlare e avvitarsi in arzigogoli controprudecenti per lui e per la squadra: tra furbizia e intelligenza, c’è differenza.

Una decina di confezioni di "Garciatene" (potente stimolante prodotto da Garcia) a Rafa Benitez. Smetta gli abiti del parroco di campagna che pare pensare a un altro mondo e brandisca una spada. Si faccia sentire, in allenamento, nello spogliatoio: tra riflessività e passività, c’è differenza.

A Conte un po’ di pazienza. Tre giorni di stages non cambiano la Nazionale, ma possono creare difficoltà alle squadre italiane impegnate in campionato e in Europa. Per di più manca ancora molto tempo all’ Europeo. A proposito: Blanc è venuto a Coverciano?

Un corso intensivo d’italiano al Presidente Preziosi. Quando parla non si capisce. Passi che usa un linguaggio allusivo e ammiccante, per esempio quando evoca la "mafia romana" e dopo, forse ancor peggio, riferendosi allo scontro-non scontro fra lo steward genoano e Mister Garcia, dichiara "sistemo tutto io", ma quel miscuglio di sibilanti e fricative d’ignota lingua risulta inquietante. No, forse inquietante non è solo l’accento; inquietanti sono anche i contenuti. Ma come "sistemo tutto io"? O il fattaccio è avvenuto oppure no. Non sarebbe meglio dire: "appuriamo quel che è successo"? Invece lo steward, visibilmente impaurito, ora vorrebbe sparire…Chissà perché.

Regalaci un campionato di A con 18 squadre, fai calibrare un po’ i calendari per ottenere un po’ più qualità e un po’ meno quantità. Su Tavecchio, infine, non ti chiedo nulla. Puoi fare molto è vero, ma i miracoli…quelli no. 


Fernando Pernambuco


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