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  • Fermate i pazzi del rave di Viterbo, stanno trasferendo l’inferno in terra

    Fermate i pazzi del rave di Viterbo, stanno trasferendo l’inferno in terra

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    La traduzione della parola “rave” in italiano significa “delirio”. Questa volta, però, stiamo andando oltre. E’ esattamente l’inferno in terra ciò che si sta realizzando nel viterbese ai confini con la Toscana dove, a Mezzano, un popolo impazzito si sta trastullando con musica, droga, alcool, stupri, violenze su animali e in buona sostanza sfida anche la morte oltre al senso di civiltà.

    E’ dal giorno 13 di agosto che questa bolgia sta andando avanti senza che nessuno riesca o voglia intervenire mettendo fine ad uno scempio consapevole dell’umana dignità nel nome di una “libertà” proclamata che mette il vomito e fa paura. Migliaia di ragazzi e anche di adulti sono arrivati da tutta Europa per “celebrare” a tempo indeterminato e cioè fino a quando si reggeranno in piedi il loro “diritto” a vivere come gli pare tra sballi e delitti assortiti. Musica h 24, di tutto e di più.

    Il teatro di questa rappresentazione infernale e delirante è una spianata del terrore a bordo di un fiume. In queste acque è già morto annegato un giovane di venticinque anni ubriaco e drogato. Intorno all’accampamento giacciono i corpi di tanti cani morti perché abbandonati nei camper sotto il sole africano dai loro proprietari ormai fuori di testa. Esalazioni mefitiche si alzano dalla mondezza abbandonata e ammorbano l’aria. Ragazzine vengono violentate senza che nessuno manco se ne accorga. Di notte la luna rischiara uno scenario da dopo bomba mentre la musica non smette un solo attimo.

    Le autorità preposte all’ordine pubblico si limitano a controllare da lontano il perimetro e a chi chiede spiegazioni rispondono che sarebbe troppo rischioso intervenire per interrompere questo sabba laico che non si sa quando terminerà perché è stato annunciato come “infinito”. Cose da pazzi. Con dolore e rabbia mi torna in mente il massacro compiuto dai poliziotti nella scuola Diaz di Genova dove dormivano pacificamente studenti e cittadini che avevano manifestato per un mondo più giusto e migliore. Certamente non quello dei “rave”.

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