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  • È scontro sulla Liga negli Usa e spunta una strana alleanza Tebas-Barcellona

    È scontro sulla Liga negli Usa e spunta una strana alleanza Tebas-Barcellona

    • Pippo Russo
    Lo scontro era nell'aria, ma potrebbe giungere al grado di massima tensione prima di quanto si pronosticasse. Come riportato da Calciomercato.com, dalla Fifa è giunta ieri un'opposizione netta alla prospettiva che la partita della Liga fra Girona e Barcellona si giochi il prossimo gennaio negli Usa, a Miami. Si è pronunciato in questi termini il Consiglio Fifa, al termine del meeting tenuto a Kigali, in Ruanda.  E il fatto che il tema sia stato messo in coda al comunicato diramato attraverso il sito della confederazione calcistica mondiale è un segno dell'importanza conferita alla questione. Non un elemento di discussione come tanti altri, da inserire nel mezzo del testo col rischio di sottrarlo all'attenzione, ma piuttosto una questione dirimente e di estrema rilevanza politica. Dunque da collocare nella parte del testo che pone le questioni definitive. E fra le questioni definitive sulle quali la Fifa non intende assolutamente negoziare vi è il principio per cui una gara di campionato non possa essere delocalizzata e portata in giro per il mondo, come se facesse parte di uno show itinerante. Le gare di campionato devono rimanere legate al proprio territorio.

    Il conflitto è dunque aperto,  e ancora una volta noi di Calciomercato.com siamo stati avanti nel prevedere quale potesse essere l'evoluzione delle cose. Tale evoluzione, come scritto in due articoli pubblicati fra settembre e ottobre, porta verso la partita decisiva sul futuro del calcio-business: l'istituzione della Superlega per Club. Il derby catalano fra Girona e Barcellona è soltanto il pretesto per un conflitto di portata ben più vasta portata. E che questo conflitto esploda all'interno della Liga spagnola non è causale. Perché il presidente della Liga è anche il commissioner in pectore della futura Superlega: Javier Tebas, un uomo al centro di ogni possibile conflitto d'interesse, del quale si parlerà in un libro che verrà pubblicato nei prossimi mesi. Come riferisce un articolo pubblicato oggi da As, Tebas avrebbe già stretto, per conto della Liga, un accordo della durata di 15 anni con la società organizzatrice delle gare negli Usa: la Relevent Sport, che dal 2013 porta avanti il progetto dell'International Champions Cup. Ossia, quel torneo che può ben essere considerato un'infrastruttura della Superlega.

    L'accordo di cui parla As concernerebbe proprio l'organizzazione in suolo Usa di partite della Liga. E contro questa prospettiva si è immediatamente schierata la federcalcio spagnola (RFEF), guidata da Luís Rubiales. Ma ad avversare il progetto è anche il Real  Madrid, che nei giorni scorsi ha fatto sapere di non volere andare a giocare partite di campionato negli Usa. È invece favorevole il Barcellona, che infatti sarebbe protagonista della prima gara oltreoceano. Le strane alleanze che si stanno creando intorno al progetto voluto da Tebas dimostrano quanto trasversali, e potenzialmente destabilizzanti, siano gli equilibri di potere intorno a questo dossier. A partire dall'improvviso amore tra Tebas e il Barcellona. Il presidente della Liga è un uomo di estrema destra, e a partire da idee fortemente nazionaliste è stato l'anno scorso un fiero oppositore delle spinte indipendentiste catalane. Ciò che lo ha messo anche in forte contrapposizione con l'universo barcellonista. Inoltre, il presidente della Liga viene indicato come tifoso madridista, né ha mai smentito di esserlo. Ebbene, intorno al dossier della gara negli Usa le ideologie politiche e i sentimenti calcistici vengono sacrificati per privilegiare il business. Ma le spaccature attraversano anche altri organismi. A partire dalla stessa Liga spagnola, guidata da un presidente che ormai agisce come se l'organizzazione fosse cosa sua. Per continuare con l'European Club Association (ECA), l'associazione presieduta da Andrea Agnelli. Con quest'ultimo che proprio un mese fa, a Madrid, aveva speso parole d'elogio per Tebas e si era pronunciato a favore delle gare dei campionati nazionali disputate fuori continente. È questa una posizione dell'ECA, o del presidente bianconero? A giudicare dalla mappa dei favorevoli e dei contrari, è certamente la posizione di alcuni club contro altri. E vista l'avversione di un club come il Real, non è nemmeno detto che siano tutti i club d'élite a condividere il progetto.

    Una spaccatura dopo l'altra, c'è il rischio che alcuni soggetti rimangano travolti dal caos perché incapaci di prendere una posizione chiara a proposito di questo dossier. Per esempio l'Uefa. Che tace un po' perché dovrebbe affrontare un enorme conflitto in casa propria, ma soprattutto perché si è fatta togliere l'iniziativa dalla Fifa. E ciò, nel pieno di una contrapposizione tra Infantino e Ceferin che ha come sfondo le prossime elezioni Uefa di febbraio 2019, è cosa esiziale. Soprattutto, tace l'European Professional Football League (EPFL). Che è nato per essere la lobby delle leghe europee, e si è rapidamente trasformato in un circolo del tè, incapace di qualsiasi iniziativa sul versante esterno e di mediazione politica sul versante interno. Un ente inutile, destinato a morire per consunzione. Ultima annotazione: come riferisce As nell'edizione di stamani, Tebas è pronto a fare ricorso al TAS contro il divieto Fifa. La guerra è a un passo dall'esplodere.

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