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  • Fiorentina| A Cortina lo tsunami Sinisa

    Fiorentina| A Cortina lo tsunami Sinisa

    Titoli di coda sul ritiro di Cortina. Domani mattina ultimo allenamento al campo di Fiames, poi partenza per Dobbiaco dove i viola alle 16 affronteranno in amichevole il Padova. Quindi il rientro a Firenze in nottata. Mihajlovic concederà 48 ore di libertà ai giocatori e da lunedì la Fiorentina comincerà la seconda fase della preparazione a San Piero a Sieve. Dunque, le prime due settimane dell’era Mihajlovic se ne sono andate: è possibile stilare un bilancio, quantomeno, sull’impatto di Sinisa e della sua metodologia di lavoro sul gruppo viola. L’impressione è positiva, ci sono indicatori interessanti che raccontano come la scintilla dell’entusiasmo sia scoccata nel branco viola. Certo, siamo solo all'inizio di un cammino tosto, sarò poi il campo il giudice inappellabile.
     
    ELETTROCHOC – Dopo Prandelli, col suo stile, i suoi risultati, i suoi modi non urlati, serviva un allenatore che fosse l’opposto o quasi. L’operazione, stando almeno a quest’alba di stagione, appare riuscita: Mihajlovic urla, stimola, spinge i suoi continuamente all'attacco e chiede 75-80 minuti - la durata media della seduta - di assoluta concentrazione: «Il mondo – ha detto ai giocatori – durante l’allenamento deve restare fuori». La ricaduta di Mihajlovic sulla Fiorentina ha avuto la forza di uno tsunami, una sorta di elettrochoc. I giocatori, per adesso, rispondono alle sollecitazioni più di quanto fosse lecito aspettarsi.
     
    L’ATTENZIONE DIFENSIVA – Il dogma di Mihajlovic è attaccare sempre e comunque, contro tutti, ma la squadra deve difendere con 10 effettivi. Una Fiorentina modello Inter di Mourinho con Eto’o, Milito e Pandev o Balotelli, pronti a ripiegare in fase di non possesso palla sulla linea dei terzini. Sinisa si è accorto che nell'ultima stagione i viola hanno preso qualche gol di troppo commettendo errori precisi. E non solo: maniacale attenzione ai calci piazzati e ai cross in movimento. Da ottimo difensore quale è stato pretende che i suoi difensori stringano le maglie in area di rigore: «Lo ripeto sempre – ha spiegato qualche giorno fa Mihajlovic – non si può guardare solo la palla, bisogna stare sull'uomo, sentire l’avversario”. Sinisa prepara la difesa anche alle “situazioni impreviste».
     
    ATTACCO – Anche nell’esercitazione più elementare Sinisa e Marcolin, un vice molto operativo e preparato,  urlano: «Gol, facciamo gol...». Sembra una banalità e invece non lo è. Vogliono abituare i giocatori, attaccanti in testa, ad avere nel cervello un’idea fissa: il gol. Mihajlovic si è accorto che nella Fiorentina sotto porta non c’è sempre la giusta cattiveria: «Buttiamo giù la porta...», è un’altra delle sue massime.
     
    PUGNI E CAREZZE – Ha finito da poco di giocare e si vede. Non tanto per i calci di punizione che esegue  sontuosamente, quanto per il rapporto che ha instaurato con i giocatori. Da loro pretende lacrime e sangue, spara in faccia quello che ha sulla lingua, però è il primo a scherzare, fare battute e sdrammatizzare. Anche nelle regole del ritiro: ha concesso due mezze giornate libere con rientro, dando la possibilità alla squadra di rientrare la sera verso mezzanotte.

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