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  • La differenza fra Sousa e Allegri

    La differenza fra Sousa e Allegri

    L'ultima volta. L'ultima volta era il 7 febbraio 1999. Fiorentina prima in classifica con 42 punti, seguita dalla Lazio a 41. 6083 giorni dopo, a Firenze, si riscrive la storia: con il successo 3-0 sull'Atalanta Paulo Sousa ha raggiunto quel traguardo che né Prandelli né Montella - solo per citare gli ultimi due in ordine cronologico - erano riusciti a raggiungere. 

    Il 7 febbraio 1999 il mondo viola si colorò, però, di nero, di tristezza, di apprensione: contro il Milan, al Franchi, Batistuta si infortuna, lasciando il campo in barella. Bye bye stagione, bye bye sogni di scudetto. Nel giro di poche ore, Edmundo preferì il Carnevale di Rio a Firenze - 'è tutto scritto nel mio contratto', glissò all'epoca - e i sogni di gloria svanirono. Più di 16 anni dopo, Firenze ricomincia a provare l'ebbrezza di scrutare tutte le avversarie dall'alto verso il basso. 


    'Questa città ci crede e ci dà grandi emozioni: la squadra si allena bene, la storia si fa anche così, con il lavoro' ha analizzato Paulo Sousa in conferenza stampa. Lo Scudetto, a Firenze, manca dal 1969, e dopo appena 7 giornate lanciare proclami avventati potrebbe essere controproducente, ma se i segnali hanno un loro intrinseco peso specifico, questa Fiorentina merita di vivere un sogno. 

    Il calcio è paradossale: il lavoro di Allegri veniva minimizzato perché successore di Conte, che aveva svolto la parte massiccia dell'opera, mentre Montella non viene mai citato in questo 'passaggio di consegne' con Sousa; un mese fa il mercato viola era 'da pezzenti', adesso si scopre che persino Verdù può meritarsi gol e gloria. Storie pazze di un campionato pazzo, mai così incerto. 

    Il sogno si tinge anche di dati, perché la Fiorentina ha la miglior differenza reti del campionato (+10), la miglior difesa (4 reti subite, di cui 3 in 9 minuti con il Torino), in casa ha vinto 4 partite su 4 senza subire gol e ha già trovato 7 firme diverse in campionato ( Marcos Alonso, Borja Valero, Blaszczykowski, Verdù, Ilicic, Kalinic, Babacar) che salgono a 9, se si considera le reti di Rossi e Bernardeschi in Europa League. 

    Gli ingredienti non mancano, il vero test dei Viola, che riprenderanno gli allenamenti giovedì senza Bernardeschi, Astori, Kalinic, Badelj, Mati Fernandez, Roncaglia, Blaszczykowski, Tatarusanu, Babacar e Tomovic, impegnati nelle rispettive Nazionali, sarà quello di domenica 11: arriva l'avversario più pericoloso, per condizione e morale, il Napoli di Maurizio Sarri, al San Paolo. Fino ad allora, però, spazio ai sogni. 

    Francesco Benvenuti


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