Tre anni e via. La storia di Alberto Gilardino è così. Sempre, o quasi. Prima a Parma, poi a Milano, adesso a Firenze. Tre anni, poi meglio cambiare. Questione di motivazioni, forse, sicuramente di rendimento. Il bomber arriva, entusiasma, e si spegne piano piano. Non fu così in Emilia quando, invece, se n andò perché troppo grande per restare ancora. Valanghe di gol e la voglia di misurarsi in realtà vincenti. Lo prese il Milan, per 24 milioni di euro, convito di essersi assicurato il miglior centravanti italiano in circolazione. L'esperienza in rossonero fu una lunga montagna russa. Picchi altissimi e crisi profonde. Bene, nelle prime due stagioni, malissimo nella terza. Schiacciato dalla concorrenza di Inzaghi e Shevchenko e in difficoltà di rapporti con Ancelotti e con San Siro. Per quello decise di andarsene e di raggiungere chi lo aveva consacrato attaccante da Nazionale. Cesare Prandelli, che lo accolse a braccia aperte in una Fiorentina che provava il grande salto.

Altra città, altra squadra, stessa storia. Un avvio da sogno, gol a grappoli e prestazioni superbe. Bene anche l'anno scorso, nonostante numeri inferiori al campionato dell'esordio. Quest'anno no. Sempre in doppia cifra, ma in perenne difficoltà. Colpa forse del modulo e di un gioco latente ma certo Gilardino appare diverso. 'Voglio rimanere', ha detto di recente, ma qualcosa lascia intendere il contrario. Il cambio di agente deciso a novembre e concretizzatosi con l'anno nuovo, la corte della Juventus e la tentazione di migrare ancora. Verso Torino, ma non solo. Beppe Marotta lo insegue da tempo, ma nelle ultime settimane la squadra che con più convinzione ha bussato alla porta di Beppe Bozzo (il procuratore) è un'altra: la Lazio. Dovesse centrare la qualificazione alla prossima Champions League l'assalto partirebbe deciso. E Alberto ci penserebbe seriamente. C'è la Francia, poi. Marsiglia e Lione, nel dettaglio, che già l'estate scorsa chiesero informazioni alla Fiorentina. Torneranno a farlo, così come il Siviglia. Come andrà a finire? Tutto lascia pensare ad un addio. Soprattutto i precedenti.

(La Repubblica - Edizione Firenze)