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  • Fiorentina:| I trequartisti frenano la via del gol
Fiorentina:| I trequartisti frenano la via del gol

Fiorentina:| I trequartisti frenano la via del gol

  • L.C.

È tutta colpa di quel maledetto tocco in più. Un piccolo inutile tocchetto che manda tutto all'aria. Non sempre, ma quasi. Che destino infame, quello del solista rimasto solo per davvero. Il fantasista senza fantasia, l'artista senza ispirazione, il virtuoso col neurone in tilt. Tutti a chiedersi: ma che c'ha? E gli fischieranno parecchio le orecchie a Jovetic, flop player di inizio 2013. Quella palla portata a spasso qua e là. Quel numero che non riesce, quegli uno-due senza scatto alla risposta. 

Che frustrazione essere un fenomeno coniugato al passato prossimo. Eppure, in fondo, fino a dicembre Jo Jo faceva il suo. E non è certo tutta colpa del numero otto se la Fiorentina che stupiva il mondo ora ha capovolto tutto e il mondo lo stupisce al contrario. Però il pallone è fatto di logiche spietate, un po' come la vita: se te la tiri un po' perché sei il più forte e magari hai pure un procuratore che la mena alla società, allora te la cerchi. E se la società poi ti convince a restare e costruisce una squadra apposta per te (più o meno, via) e sei quello che guadagna di più e magari il tuo manager ha trattato pure con la Juve, beh... diciamo che se non giochi come si deve allora la gente rumoreggia e anche qualcosa di più.

E magari anche qualche tuo compagno che guadagna un quinto del tuo stipendio. O quelli a cui non passi la palla perché insisti nei tuoi dribbling impossibili o calci palloni da posizioni improbabili. Cose di calcio. Cose normali. Ombra. Ovvio. Ma passerà. Sì, Jo Jo si riprenderà. Sarebbe ingiusto pensarla diversamente. E poi quel maledetto tocchetto in più non è solo roba sua. La Fiorentina non ha bomber ma di fantasisti veri o presunti è piena zeppa. Tutta gente che dovrebbe fare la seconda punta e, invece, è spinta da chissà quali forze oscure a tornare indietro a cercar palloni, lasciando solo il compagno d'attacco. Solo e circondato da avversari. Quindi a rischio depressione. E se Jovetic arretra e non si sa perché, Ljajic lo fa perché è nato trequartista. 

E poi, in area, uno come lui resiste poco. Anche Adem ama il pallone. E un po' come i fenomeni del giardinetto, quelli a cui tutti urlano la stessa cosa: 'Passalaaa'. Niente di nuovo. E' l'egoismo del talento. Che se va bene sono applausi, altrimenti diventa tutto terribilmente complicato. E diciamo che in questi casi la via di mezzo non esiste. Soprattutto se ti chiamano top player, o ti annunciano come il Kakà dei Balcani (Ljajic, appunto). O ti chiamano il mago, come El Hamdaoui, la vera speranza rimasta nel cuore di Montella. Ma di sicuro in quanto a tocchetti lui non è secondo a nessuno. D'altra parte lo chiamano il mago Mounir, non l'implacabile Mounir. Diciamo che lui sa nascondere bene la palla. E fare dei giochetti da impazzire. Ma in quanto a concretezza diciamo che fino ad oggi non è stato il massimo, anche se il gol di Milano resta un gioiello.

Ma il lungo elenco delle mezze punte prosegue col mitico Mati Fernandez, uno abituato a giocare dietro gli attaccanti che in questo modulo non si è trovato fino ad oggi un granché: troppo leggero da seconda punta, poco incisivo come interno di centrocampo. Magari si rifarà da ora in poi. Anzi, sarebbe importante che lo facesse. E magari sarà la concorrenza di Wolski a spingerlo a dare di più. Sì, perché a gennaio la Fiorentina ha acquistato un altro trequartista. Un giovanissimo talento polacco che intriga parecchio il tifoso: per ruolo, età e referenze. Il tutto in previsione della prossima stagione, quella dove la Fiorentina sembra decisa a cambiare modulo passando a un 4-3-3 (o 4-3-1-2) di base. Queste, almeno, sono le indicazioni dell'oggi. Poi si vedrà.

Fatto sta che il buon Montella, uno che conosceva bene l'area di rigore, deve gestire un affollatissimo parco di mezze punte e sperare che a Toni, l'unica punta pura, duri l'effetto Cocoon. Il tutto per ripartire come si deve e rivedere una vera Fiorentina, magari con un vero Jovetic, che non sarà un bomber, ma neanche uno tutto tocchi, tocchetti e distintivo. Perché il solista solo serve a poco. Anzi, quasi a niente, o giù di lì. 

(La Repubblica - Edizione Firenze)

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