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  • Fiorentina: Il calcio spettacolo meglio della fiction

    Fiorentina: Il calcio spettacolo meglio della fiction

    • L.C.

    Mentre la Fiorentina travolgeva il Pescara, ci chiedevamo cosa si sarebbero potuti inventare negli ultimi minuti a Siena. Per un attimo abbiamo perfino pensato che lo sport potesse vincere. Sì, il più bravo che sorpassa il più ricco e potente. Un lampo. Brevissimo. Ingenuo. Poi abbiamo visto quello che è accaduto. E non resta niente da dire, se non che ormai il ridicolo non fa più paura a nessuno. Ed è tutto molto triste. Ma la malinconia finisce qui. Perché preferiamo godere di ciò che abbiamo. Ovvero una Fiorentina bellissima, che avrebbe meritato la grande Europa per il gioco, per la freschezza, perché è stata lei la stella che ha brillato nella semioscurità di questo povero campionato italiano. È stata una luccicante sorpresa a inizio stagione. Poi una realtà capace di attrarre su di sé gli occhi di mezzo mondo per la qualità del gioco. Dalle geometrie e dai i movimenti palla a terra, fino allo sfruttamento delle punizioni e dei calci d’angolo. 

    Nella seconda parte della stagione la Fiorentina ha anche dimostrato di saper cambiare pelle. Una squadra che può giocare col 3-5-2 e col 4-3-3. Senza un vero centravanti, col centravanti e con la doppia prima punta come è accaduto in situazioni di emergenza. In ogni caso con un centrocampo coraggioso: Pizarro, Borja Valero, Aquilani. Una fantastica follia. Quello della Fiorentina è il secondo miglior attacco del campionato (72 reti). Il tutto senza un vero bomber. Uno da una ventina di gol, per capirsi. E, infatti, sono andati in rete in diciotto. Questo dato offre la dimensione del collettivo, di quella specie di onda viola che quando parte può travolgere qualsiasi avversario. Dietro tutto questo c’è la faccia timida ma decisa di un ragazzo napoletano che ha spiazzato tutti con le sue idee, il suo carisma, il suo coraggio. 
    Perché questa stagione di calcio spettacolare e vincente è riassunta in un altro dato che dice tanto. Questo: la Fiorentina è andata in rete in 34 partite su 38. E solo un allenatore di grande talento poteva riuscire in un’impresa del genere mettendo insieme umiltà e ambizione, entusiasmo e personalità. Perché la Fiorentina è una squadra che non molla e, soprattutto, un gruppo capace di rialzare la testa a stretto giro. Ma la sintesi del tutto, alla fine, è molto semplice. Questa stagione è stata straordinaria perché tutti avevano la stessa fame. I Della Valle erano stanchi di una Fiorentina spenta, i nuovi dirigenti avevano voglia di emergere (Macìa) o riemergere (Pradè), Montella è vorace come quando mordeva l’aria nelle aree di rigore, i giocatori sapevano quanto questa stagione sarebbe stata importante per la loro carriera e hanno dato sempre il massimo per quella maglia. Pure Firenze era affamata di pallone. Quindi l’obiettivo di tutti era azzannare questo campionato e prendere l’Europa. Ma la Fiorentina ha fatto di più: ha preso l’Europa e dato lezioni di pallone a tutti. E il cuore adesso batte forte. Perché il grande calcio è qui. Le fiction mediocri non fanno per noi.


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