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  • Fiorentina-Juve:| La sfida dei numeri 10

    Fiorentina-Juve:| La sfida dei numeri 10

    • L.C.

    Basta un numero, e tutto trova spiegazione. Dieci significa talento, fantasia. Poesia che diventa calcio. Chi lo indossa, ha qualcosa in più. E' un simbolo, la maglia che tutti i bambini sognano. Roba riservata ai più bravi. Anche nei campi di provincia. A Firenze, però, e a Torino, vale ancora di più. Un'occhiata ai libri di storia (o agli album Panini) per rendersi conto di una tradizione da brividi. De Sisti, Antognoni, Rui Costa e Baggio. In viola è speciale. Impossibile raggiungere 'Antonio', l'unico dieci, non a caso. Tanto che qualcuno vorrebbe addirittura il ritiro, di quella maglia. Tanti concordano, tranne uno, almeno. Adrian Mutu non ha nessuna intenzione di sfilarsela. Anzi. 'E' un onore vestirla, portare il numero di Giancarlo', ha detto il Fenomeno. 'La onori al meglio', la risposta di Antognoni. Dall'altra parte, in bianconero, lo stesso. Baggio (il poster di Fiorentina-Juventus), Sivori, Boniperti, Platini. Leggende, più che giocatori. Ultimo viene Alessandro Del Piero. Uno che, per dirla con le parole di molti tifosi viola, 'ha l'unico difetto di essere gobbo'. Una frase che racchiude una vita. Perché Pinturicchio non ha nemici. Impossibile volergli male. Sempre corretto, mai sopra le righe, un esempio per tutti.

    Fiorentina-Juventus è anche la loro storia. Alex e Adrian. Lo stesso numero di maglia, lo stesso peso sulle spalle, e un modo diverso di sopportarlo. Uno (lo juventino) ha classe dentro e fuori dal campo. Fantasia al potere senza perdere il cervello. Un razionale, nel suo esser geniale. Impegnato nel sociale, grande amico dei giapponesi, non a caso si è inventato una maglietta in favore del popolo martoriato da tsunami e terremoto, lontano da veline e discoteche. Il campione di tutti. Soprattutto, ovviamente, del popolo bianconero. Un'avventura fantastica, la sua. Fatta di invenzioni da proteggere col copyright. Il gol 'alla Del Piero', per esempio. Palla sul vertice sinistro dell'area di rigore e depositata con incantevole cura all'incrocio del secondo palo. Capolavori in serie, il più grande (forse) nella storia della Vecchia Signora. Record stracciati uno dopo l'altro, e nonostante questo una dirigenza ancora da convincere. 'Sono disposto a firmare in bianco l'ultimo contratto della mia carriera'. Un video messaggio piantato nello stomaco di Agnelli e Marotta. Forse controvoglia, ma alla fine il rinnovo glielo garantiranno.

    Mutu è l'opposto. Non sul campo, nella vita. Fischiato praticamente in tutti gli stadi d'Italia, sui giornali non solo per le gesta (mirabili) sul campo. Risse, doping, multe e litigi furiosi. Adrian è un ragazzo complicato. Ma colmo di talento. Simili, sul prato verde, ma comunque diversi. Il romeno è potenza, cattiveria, concretezza feroce. Un centravanti travestito da fantasista. Sempre in doppia cifra, senza troppo ricorrere ai rigori. Del Piero segna tanto, Platini lo definì un 'nove e mezzo', ma è qualcosa di diverso. Più classe pura, meno istinto. Una cosa, li unisce. La personalità. Punti di riferimento sempre e comunque. Domenica si ritroveranno da avversari, dopo esser stati anche compagni. Con Capello finivano in panchina spesso. Sacrificati sull'altare di Nedved, Trezeguet e Ibrahimovic. Un anno strano, quello, e chi li conosce racconta di un rapporto ottimo, tra i due. Del Piero ha recuperato dall'infortunio, Adrian rientra dopo la squalifica. Uno da una parte e uno dall'altra. Uno in viola, l'altro in bianconero. Freschi, riposati, e pronti a regalare spettacolo. Portare il dieci sulle spalle e trascinare i compagni. Questo è il loro destino.

    (La Repubblica - Edizione Firenze)

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