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  • Fiorentina, l'ex Flachi:| 'Tifosi, state tranquilli'

    Fiorentina, l'ex Flachi:| 'Tifosi, state tranquilli'

    • L.C.

    'Il ragazzo gioca bene, il ragazzo gioca bene...'. Sono passati circa quindici anni da quando la curva Fiesole intonava questo coro per Francesco Flachi, la cui carriera è partita proprio da Firenze, la sua città, e dalla Fiorentina. Quindici anni in cui il giocatore è esploso, soprattutto alla Sampdoria, per poi inciampare diverse volte. L'ultima, nel febbraio scorso, quando il tribunale antidoping lo ha squalificato per ben 12 anni (essendo recidivo) stroncandone definitivamente la sua carriera. Ed ora Francesco Flachi riparte proprio voltando definitivamente pagina, da quel calcio che lo ha prima consacrato e poi messo da parte. Da qualche mese infatti ha rilevato una paninoteca in via XX settembre, che gestisce insieme alla moglie e ai genitori, un posto di panini di categoria, adatto soprattutto al pranzo. 'L'idea mi è venuta grazie alla conoscenza del precedente proprietario - ha spiegato Flachi -, era quello che cercavo per essere impegnato. Dopo quello che mi è successo avevo fin troppo tempo libero e volevo fare un investimento per il futuro'.

    Del calcio restano a Flachi diversi amici, ed al suo locale ne passano tanti. Dario Marcolin, suo ex compagno di squadra nella Samp ed attuale allenatore in seconda nella Fiorentina, è uno di questi, come Donadel, Santana, D'Agostino che lo riportano alla sua passione per la Fiorentina. 'Ora sta vivendo un momento difficile, ma è meglio viverli all'inizio così c'è il tempo per recuperare - aggiunge Flachi -. Mihajlovic sembra l'allenatore giusto perchè ha polso e carattere. Ma volevo dire una cosa ai tifosi, e cioè di stare tranquilli e vicino alla squadra e ai giocatori, senza affondare il coltello nella piaga. Ai giocatori, campioni o meno, fa male quando i tifosi ti danno addosso. Questa crisi dimostrerà qual è il vero rapporto fra tifosi e squadra. Perchè ricordare che i giocatori ed i tecnici passano, la Fiorentina resta, adoperiamoci tutti per dare una mano'.  ('Il

    (Il Nuovo Corriere di Firenze)

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