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  • Fiorentina:| La lezione di D'Agostino

    Fiorentina:| La lezione di D'Agostino

    • L.C.

    Doveva essere la sua partita, è stata la sua partita. Gaetano D'Agostino, migliore in campo di Fiorentina-Udinese e autore di due gol (uno e mezzo, ma stai a guardare il capello...), è tornato alla ribalta proprio contro la squadra che lo ha consacrato al grande calcio. Per Gaetano quattro anni con i bianconeri friulani costellati da grandi prestazioni, gol importanti (12 in 114 partite), ed un mercato di lusso appena due estati fa, quando prima la Juventus, poi il Real Madrid (!) gli avevano messi gli occhi addosso. Poi il grave infortunio, il trasferimento alla Fiorentina (traversie fisiche e tattiche annesse), e la postuma resurrezione. La distinta ufficiale recita regista basso, più prosaicamente si definisce il metronomo della squadra, noi con un gioco di parole lo chiameremo... 'd'Ago' della bilancia. E stavolta la bilancia pende clamorosamente dalla sua parte.

    Si sprecano, intanto, dissertazioni tattiche sulla sua coabitazione con Montolivo, sul modulo che verrà (rombo, 4-3-3, 4-1-4-1), sulla quadratura del centrocampo viola... noi invece vogliamo soffermarci sulla lezione di comportamento e di stile rilasciata dal professor D'Agostino. Innanzitutto la professionalità: lo ha detto a più riprese Mihajlovic ('D'Agostino è un professionista esemplare, non fa mai una polemica e si allena sempre col massimo impegno. Spero che i giovani lo prendano ad esempio'), lo si è visto in campo nonostante il recente, scarso utilizzo. L'ultima partita come titolare, Gaetano la giocò il 6 febbraio a Parma, dove realizzò anche il gol dell'1-1 su rigore. Da quel giorno qualche spezzone di partita, un tempo e mezzo a Cagliari e l'esplosione contro l'Udinese. La morale è fin troppo semplice: non è facile farsi trovare pronti dopo tre mesi trascorsi tra panchina e tribuna. 'D'Ago' ce l'ha fatta e lo score della sua stagione (5 gol totali, 3 di questi decisivi) getta un'ulteriore ombra di rimpianto per quello che poteva essere e non è stato.

    Ma non finisce qui: abbiamo detto come D'Agostino fosse l'ex di lusso di Fiorentina-Udinese (c'era anche Kroldrup, ma vuoi mettere...) e come spetta ad ogni buon ex, ha timbrato il cartellino. 'D'Ago' ha esultato, in modo partecipe, giustamente rabbioso, ma vivaddio ha esultato. Lasciando da parte le ipocrisie, rifuggendo quei 'musi lunghi' che sanno tanto di costruito, di artefatto. Gaetano D'Agostino era solo felice di aver segnato e di averlo fatto con la maglia viola addosso. Ci voleva tanto?

    (Quotidiano Viola)

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