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  • Fiorentina: le prime pagelle dei nuovi arrivati

    Fiorentina: le prime pagelle dei nuovi arrivati

    • Luca Cellini

    Quarto giorno di lavoro a Montecatini Terme per la Fiorentina 2013-2014 e domani sarà gia' prima gara stagionale. I viola capitanati da Manuel Pasqual affronteranno allo stadio 'Mariotti' della località turistica termale toscana, la formazione locale impegnata nel campionato Promozione. Biglietti già in esaurimento, quasi scontato il tutto esaurito, per un incasso che fa già brillante il club montecatinese, con ottimi riscontri anche dall'impatto turistico, implementato in questa settimana in tutto il comprensorio di almeno il 40% grazie all'avvento da Firenze e non solo di tantissimi supporters gigliati. Tornando agli affari di campo si può già stilare un primo, piccolissimo bilancio soprattutto dei nuovi arrivati in casa Fiorentina, in una campagna acquisti che già vede la società guidata dalla famiglia Della Valle fra le autentiche protagoniste.

    Gustavo Munua: un infortunio alla caviglia lo ha messo fuori già al secondo giorno e per le prossime tre settimane, quindi è ingiudicabile, anche perchè, a parte un po' di lavoro con il neo preparatore dei portieri Aejandro Rosalen Lopez, è stato impegnato da attaccanti che sono tali solo per ruolo e non (ancora) per fama (leggi alla voce: Zohore classe '94 e Bernardeschi, '95). Auguroni.

    Marcos Alonso: qualche tifoso ha provato a ricordargli già che suo nonno sfido' la Fiorentina in una celebre finale di coppa dei Campioni di qualche anno fa, ma la memoria a questo spagnolo deve aver fatto difetto, perchè ha semplicemente sorriso e passato oltre. Gli hanno messo alle calcagna il vice di Montella, Daniele Russo, un po' come accadeva per i giovani attaccanti viola, con Nicola Caccia, un anno fa nel ritiro di Moena. Il primo assistente del tecnico gigliato gli sta spiegando che se sbaglia una diagonale in serie A, sei completamente fritto, altro che Premiership inglese. Buona la corsa e la volontà dimostrata fino ad oggi.

    Marko Bakic: se è vero il detto:'il buongiorno si vede dal mattino', allora ci sono ottime prospettive per il futuro di questo montenegrino, che molto probabilmente sara' abbandonato da almeno uno dei due connazionali in viola. Infatti l'ex Torino ha segnato il primo gol stagionale nella partitella di martedì scorso, e si sta dimostrando capace di applicarsi e voler imparare in fretta, lingua e tempi calcistici italiani. L'augurio e' soprattutto di tanta salute dopo l'infortunio che la passata stagione lo ha messo fuori praticamente per l'intera annata.

    Matias Vecino: l'idea di farlo allenare con la prima squadra già da sei mesi, prima del suo effettivo tesseramento, in quanto extracomunitario- in attesa di passaporto europeo – è stata ottima: l'uruguaiano ha già il senso di quello che deve fare e dei tempi giusti. Parla già un fluente italiano ed è tutt'altro che timido sia nel dare disposizione ai compagni che nel proporsi senza palla. C'è ancora da metter su massa muscolare e affinarne il ruolo, ma chi lo ha visto in azione quando c'è 'da menare' per vincere partitelle tirate, già strizza l'occhio su questo investimento fatto in tempi 'non sospetti'.

    Massimo Ambrosini: diciamo che le prime giocate non gli sono riuscite benissimo, ma dopo un mese quasi di ferie in Usa ci sta che debba carburare, come un motore non del tutto nuovo. Forse trovarsi addosso dopo 18 anni una maglia diversa da quella che ha indossato per tanto tempo non è facilissimo, però l'ex capitano del Milan si è dimostrato perfetto nell'inserimento in spogliatoio ed eccellente nel rapportarsi con i tifosi, avendo dato il buon esempio con i nuovi compagni, visto che è stato il primo che ha 'infranto' il muro che separa allo stadio di Montecatini la zona spogliatoio dalla tribuna dove sono assiepati i supporters della Fiorentina per gli autografi. Sorrisi ed educazione del pesarese sono già un segno distintivo di questo che potrebbe diventare presto un testimonial del  'Della Valle style'

    Joaquin: la cosa che piu' è risaltata agli occhi, oltre al gol fallito a due passi da Neto, nella partitella di mercoledì pomeriggio (roba che la Gialappas ci faceca sigla, trasmissione e copertina per almeno un paio d'anni) e' il copricapo indossato fin dai primi giri di corsa, che chissa' cosa si 'calerà' nelle fredde domeniche autunnali in zona 'Franchi'. La lingua lo favorisce nell'inserimento della vita di gruppo (ormai pare che anche Pasqual, Camporese e Lupatelli, 'unici italiani', piu'Ambrosini, abbiano chiesto lezioni private di 'flamenco') e qualche colpo lo ha già messo in evidenza, tipo un paio di rabone sulla fascia e qualche cross radente. Apprezzabile il fatto che, a differenza di tanti stranieri che sono giunti a Firenze nel recente passato, si sia presentato con 'anticipo', dopo aver terminato un mese e mezzo fa la Liga.

    Oleksandr Iakovenko: la cosa piu' bella è sentir pronunciare il suo nome e cognome in 200 modi differenti. 'O chille' quello' è la frase piu' pronunciata nei primi tre giorni sulle tribune dello stadio 'Mariotti' in questa setttimana viola a Montecatini. Proveniente da un torneo certamente non competitivo come quello belga, questo esterno offensivo ucraino poco utilizzato negli ultimi sei mesi ha bisogno di perdere almeno un paio di chili (ma c'è chi sta peggio di lui, vedi alla voce Ljajic) e deve come Alonso imparare soprattutto la 'fase di non possesso', ma soprattutto la lingua. Compper gli sta affiancato nei momenti di relax, con il tedesco che da buon poliglotta si è offerto come maestro di italiano, che ha imparato da solo sei mesi.

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