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  • Fiorentina, quando il 'mal di pancia' è tattico

    Fiorentina, quando il 'mal di pancia' è tattico

    • Luca Cellini

    L'idea sulla carta è certamente meravigliosa, e se riuscisse nel suo intento potrebbe essere usata come modello futuro da altri allenatori, su tutta la faccia della terra. Vincenzo Montella ha esposto la sua idea allo staff di collaboratori che lo segue nell'avventura viola che da poco ha scavallato il secondo anno, nei primi giorni di questa nuova stagione: formare due squadre, più o meno di egual livello, dalla rosa a sua disposizione, in modo che una sia impegnata stabilmente in campionato e l'altra in Europa League. Ma non la solita divisione che si è vista soprattutto nelle ultime annate di una formazione titolare che disputata la serie A, e le cosiddette riserve nelle competizioni continentali, suddivisione che ha portato a pessimi risultati e spaccature negli spogliatoi, ma due undici equilibrati che facciano si che non si parli più di turnover ma di alternanza studiata a tavolino, in modo da mantenere alta la concentrazione di tutti gli effettivi a disposizione. Ecco perchè il tecnico gigliato non vuol sentir parlare di titolari e panchinari ma di un'unica grande squadra, pronta a battagliare ogni domenica e giovedì, in qualsiasi sfida o competizione.

    Ecco perchè Montella vuole due portieri titolari di piu' o meno pari livello, e non un numero uno e la sua riserva, ed ecco perchè nelle partitelle del ritiro di Moena ha sempre alternato le coppie di esterni di fascia del 3-5-2: così non è difficile ipotizzare che Pasqual e Joaquin, con già esperienza nelle coppe europee possano l'anno prossimo giocare con maggior insistenza in Europa League, ed il duo Alonso-Cuadrado con più frequenza in campionato. Ecco perchè esistono due trio difensivi che si muovono in blocco: da una parte Roncaglia-Gonzalo Rodriguez e Savic, dall'altra Tomovic, Hegazy e Compper, con l'egiziano sovrautilizzato in questa parte iniziale di stagione visto l'infortunio che ha al momento bloccato l'argentino ex Villareal. Un concetto nuovo di gestione della rosa che naturalmente è soggetto a variazioni, e che soprattutto deve portare i giocatori anche ad essere flessibili nella loro mentalità tattica. Solo che qualche mal di pancia mal celato proprio dai tesserati viola è iniziato ad emergere. E se l'anno scorso prima Borja Valero e poi Aquilani si erano tirati fuori dalla corsa al ruolo di regista quando Pizarro era stato assente per infortunio e squalifica, con Montella che era stato costretto ad utilizzare Migliaccio, non certo uno coi piedi sopraffini come il 'Pek', durante la preparazione di Moena, quantomeno a parole, qualcuno si è già fatto sentire sulla posizione da ricoprire in campo. 

    Il primo in ordine di tempo è stato Oleksander Iakovenko che, seppur nella freddezza glaciale del suo sguardo e delle sue parole, ha detto che nel 3-5-2 lui si vede come esterno di centrocampo, e nel 4-3-3 che come attaccante esterno. E dove lo ha fatto giocare Montella invece l'ex Anderlecht? Sempre prima punta, soprattutto con alle sue spalle una linea a cinque di centrocampo in cui gli esterni sinistri, ruolo in cui si sente piu'congeniale l'ucraino, che erano ricoperti o da Pasqual o da Alonso. Il secondo che si è fatto sentire a livello tattico è stato Nenad Tomovic che ha dichiarato di poter giocare esterno difensivo ma che non riteneva a sé congeniale la posizione di centrale, o libero nella difesa a tre. In qualche posizione l'ex di Genoa e Lecce è sceso in campo contro Cremonese ed Apollon Limassol? Proprio quella a lui piu' sgradita.

    L'ultimo caso di insurrezione tattica è quello piu' eclatante: in sede di presentazione Josip Ilicic ha detto che lui non ci si vede come interno di centrocampo sinistro, di una linea mediana a cinque ma al massimo lui si pensa nel ruolo di trequartista. E secondo voi fino ad oggi Montella dove lo ha fatto giocare nelle partitelle lo sloveno? Interno mancino di centrocampo. E la risposta a certe scelte l'ha spiegata proprio il mister gigliato nel post gara di sabato scorso: "Per me viene prima il concetto di squadra e poi le esigenze dei singoli. O ci si adegua, o quel qualcuno che si lamenta potrebbe pagarne le conseguenze". Ovvero o si è utili alla causa Fiorentina, o la panchina e la tribuna sono dietro l'angolo per chiunque pensa solo per sé.

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