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  • Fiorentina:| Rifondare senza spendere

    Fiorentina:| Rifondare senza spendere

    • L.C.

    Rifondare senza spendere, questo è il problema. Ma è anche il diktat imposto dalla proprietà viola a coloro che dovranno costruire la Fiorentina dell'anno prossimo. L'arrivo di Montella sulla panchina è stato ben accolto a Firenze, forse l'aeroplanino non sarà gradito proprio come Zeman, ma sicuramente lo è: molto più di Ranieri e di altri candidati. Adesso però viene il difficile: gli uomini mercato di viale Fanti, il neo Ds Pradè e il direttore tecnico Macià - ovviamente con la collaborazione del nuovo allenatore che è stato molto prudente in sede di presentazione, probabilmente perché consapevole dei problemi - dovranno affrontare l'arduo compito di costruire una squadra competitiva riuscendo anche a tagliare i costi degli stipendi dei calciatori.

    La squadra va rimpinguata anche nella rosa (se ne vanno a zero euro Montolivo, Kroldrup, Natali, Marchionni, Boruc e Amauri). Ma la riduzione del monte ingaggi non consentirà grandi strappi alla regola del tetto salariale: c'è chi dice che sia stato fissato in un milione netto all'anno, ma probabilmente la soglia sarà un po' più alta. Comunque sarà un mercato senza budget, con l'ordine di vendere prima di comprare: non è un mistero che dinanzi ad un'offerta importante anche gli stessi Jovetic e Behrami potrebbero andarsene; e poiché loro rappresentano il pane, ecco che per companatico resta solo la fantasia. Del resto la Fiorentina deve operare una certosina 'spending review', senza l'apporto economico dell'azionista di maggioranza - i Della Valle hanno chiarito da anni di non volerci mettere più un euro di ricapitalizzazione - e dunque bisogna spendere al massimo quanto si incassa. Una sorta di adeguamento preventivo al fair play finanziario (ancora non entrato in vigore, peraltro) caldeggiato dalla Uefa di Platini.

    A Firenze siamo ormai lontani dai fasti degli anni d'oro della Champions di Prandelli, quando il club viola aveva sfondato il tetto dei 100 milioni di euro di fatturato e veleggiava tra le medio grandi d'Europa incassando decine di milioni dai diritti tv dell'ex Coppa Campioni. Già il bilancio 2010 segnava un valore della produzione di 79,8 milioni di euro, nell'esercizio chiuso il 31 dicembre 2011 la decrescita è evidenziata dai 67 milioni di fatturato, con uno scarto negativo di più di 12 milioni di euro. La perdita d'esercizio per l'anno 2011 è quindi cospicua: il rosso è pari a 32 e rotti milioni, un bel passo indietro.

    I diritti televisivi sono diminuiti: dai 42 milioni e mezzo del 2010 la Fiorentina è passata ad incassarne 40 e mezzo; migliora la voce sponsorizzazioni (da 8,3 milioni di euro a 9,3) ma calano i proventi pubblicitari: da 5,1 milioni a 4,4. I ricavi da stadio come abbonamenti e biglietti segnano una débacle: erano 11 milioni nel già magro 2010, nel 2011 si sono ridotti a 7 e mezzo. Allarme rosso. I costi. Qui la parte del leone la fanno gli stipendi dei calciatori: ingaggi, premi ed emolumenti per i tesserati raggiungono l'astronomica somma di 49,2 milioni, una cifra praticamente uguale all'anno 2010 (50,9) come a dimostrare che dalla scorsa stagione il club ha provato a tagliare i costi del personale, ma senza risultati sensibili. Il monte ingaggi pesa per quasi il 75% sul bilancio totale della società, un rapporto non certo virtuoso per un'azienda calcistica come la Fiorentina. E nel 2011 ci si sono messe anche le minusvalenze: l'operazione D'Agostino è stata un vero e proprio bagno di sangue, la rinuncia al giocatore, perduto alle buste a favore dell'Udinese con un incasso risibile di 100mila euro, è costata alle casse del club 7,4 milioni. Ma non basta: assieme alle cessioni di Frey, Mutu, Papa Waigo, Zanetti ecc, il totale delle minusvalenze ha fatto segnare oltre 12 milioni di euro.

    Niente assegnino dei ricchi proprietari, al massimo un buon prestito a tassi di favore. La società di Diego Della Valle (va detto che Acf Fiorentina appartiene per il 97% delle quote azionarie alla Diego Della Valle& C. sapa, e solo per l'1% ad Andrea Della Valle) ha prestato al club viola 20 milioni di euro, iscritti in bilancio ad un tasso di favore dell'1% circa. D’ora in poi la parola d’ordine è autofinanziamento, cioè tagli. Se poi sarà possibile fare una squadra competitiva, tanto meglio...

    (Il Tirreno)

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