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  • Fiorentina-Roma, l'analisi tattica: Spalletti ha un vantaggio su Sousa

    Fiorentina-Roma, l'analisi tattica: Spalletti ha un vantaggio su Sousa

    • Matteo Quaglini
    A marzo scorso scrissi che quella tra Roma e Fiorentina era la partita del rinascimento. L’accostamento storico di allora voleva descrivere due squadre che con idee, tattiche e giocatori di qualità componevano assieme al Napoli il ristretto gruppo di squadre estetiche ma al tempo stesso efficaci, che costituivano il sottobosco di qualità del nostro calcio. Un contesto in crescita con la forza delle idee per provare a contrastare la Juventus e certamente competere per la zona Champions. Oggi a sei mesi di distanza dopo tre partite, quell’aria innovativa di sperimentazione e quei laboratori di tattica e qualità che erano Roma e Fiorentina sono assopiti e appannati. Il quadro tattico di allora era la battaglia di centrocampo - che di fatto, con l’uscita di Borja Valero e gli assoli di Pjanic - vinse la Roma. Oggi capire quale sia il punto nevralgico di questa comunque avvincente partita, è più difficile. L’incertezza la fa da padrone nelle due squadre. Le strutture solide di un tempo presentano falle e grossi problemi per ora irrisolti.

    FIORENTINA - La Fiorentina ha il problema del gol. In due partite e mezzo ha segnato due reti da calcio d’angolo, perché ha prodotto poco in fase di manovra. Manca la sua riconosciuta coralità e si è sfaldato il movimento fluido del castello di centrocampo. I quattro centrali su due linee e i due laterali hanno dato poco in termini di movimenti negli spazi avversari e come interscambi interni. Il risultato di questa staticità perdura dalle ultime dieci partite della scorsa stagione più le tre di oggi: 14 gol in 13 partite, senza segnare in 4 gare complete. La struttura non funziona e si affida ad assoli sporadici, l’esatto contrario dell’idea di Sousa.

    ROMA - In questo varco lasciato aperto dalla Fiorentina, proprio nel suo settore nevralgico, potrebbe inserirsi la Roma con il suo centrocampo forte (Strootman, Nainggolan) e tecnico (Perotti) attraverso due impianti tecnici e tattici: un maggior ritmo e una trasmissione della palla veloce quasi di prima come nei secondi tempi con Udinese e Sampdoria e il movimento migliore di Perotti, il pendolo tra l’esterno e l’interno del campo.

    VANTAGGIO GIALLOROSSO - Lo scontro tattico è tra due costruzioni differenti. Una quella di Sousa è incentrata su tre cardini: la difesa a tre, il castello di centrocampo, l’unica punta Kalinic. L’altra quella di Spalletti, seppur dentro alcune decisioni discutibili, fatta da una costruzione più flessibile e adattabile alle varie situazioni della partita: mezzali avanzate, Perotti in tre posizioni quella da esterno, da interno sulla trequarti e di falso nove e l’ingresso nei secondi tempi della batteria d’attacco Dzeko-Totti per aumentare il peso offensivo. Questa flessibilità è il vantaggio tattico che la Roma ha sulla Fiorentina. Se il centrocampo aumenterà il ritmo, allora la squadra potrà sfruttare meglio anche le fasce laterali, dove la Fiorentina rischia il due contro uno sia a destra con Florenzi-Salah contro Astori che a sinistra con Peres-Perotti contro Tomovic. La squadra di Sousa dovrà coprire con tempi e posizioni corrette anche con i centrocampisti centrali l’azione avversaria sui lati, senza svuotare troppo il centro altrimenti rischierà di subire le percussioni centrali di Perotti che taglia da destra e di Nainggolan che si lancia centralmente. L’arma tattica della Roma è il movimento che le ha permesso di segnare 31 gol nelle ultime 13 partite di serie A, quella della Fiorentina è ritrovare lo sviluppo del castello di centrocampo sia in chiave di posizioni difensive sui lati che di movimenti e interscambi in possesso di palla.
    Qui saranno decisive le prestazioni di Borja Valero, Ilicic e del tandem che si alterna Tello-Bernardeschi. Questi quattro giocatori possono ribaltare l’azione e andare a colpire tra le linee la Roma nel suo tallone d’Achille, la difesa. Tanto è incisiva in attacco la Roma quanto fragile e disattenta dietro, i 4 gol subiti in vario modo e senza ricevere la minima opposizione in contrasto evidenziano le grandi incertezze difensive della squadra. Affinché l’attacco della Fiorentina riesca ad andare oltre la linea difensiva della Roma sarà importante il movimento di Kalinic, che con la sua verticalità la dovrà scomporre. Il dato che 3 dei 4 gol subiti siano dei centravanti avversari rileva come per la Roma sia complicato difendere vicino la porta e dentro l’area. Tatticamente l’ultima variazione in grado di decidere la partita potrebbe essere la volontà di caricare sull’attacco il gioco nel tentativo di vincere la gara. E allora la Fiorentina andrebbe in difficoltà nel difendere vicino la porta contro Dzeko, Perotti, Totti e Salah, così come la Roma potrebbe rimanere spiazzata dalla ripetizione della mossa greca di Salonicco del doppio centravanti Kalinic-Babacar; chi dei due allenatori indovina i tempi nel mettere in campo queste strutture iper offensive, vince la partita. Un anno fa era la battaglia di centrocampo a decidere l’incontro oggi, sarà negli ultimi 20 metri sulle linee difensive che si deciderà la partita del rinascimento.

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