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  • Fiorentina: Diamanti risolve l'equivoco Cuadrado

    Fiorentina: Diamanti risolve l'equivoco Cuadrado

    • Luca Cellini

    “Come è possibile che anche quest’anno abbiamo ripianato i debiti della società con un sostanzioso assegno e i risultati della squadra non sono all’altezza degli investimenti fatti?”. Questa è stata la domanda di Andrea Della Valle rimasta in sospeso nell’ultimo consiglio d’amministrazione della Fiorentina. Il patron gigliato in realtà avrebbe dovuto interrogarsi meglio per capire le ragioni di un bilancio che a chiusura di esercizio del 2014 segna un pesante passivo di circa 20 milioni di euro. Sì, perché il tutto è facilmente spiegabile nella politica aziendale calcistica della società gigliata, che ha diverse anime al suo interno e che vede invasioni di campo di alcuni dirigenti che poi portano a danni economici risibili, oltre che a conseguenze sulla gestione sportiva del club.

    EQUIVOCO CUADRADO - Non è un segreto ad esempio che uno dei più grandi equivoci, se non il principale, dell’annata ancora in corso porti il nome di Juan Guillermo Cuadrado. L'esterno offensivo colombiano classe ’88 è stata una scommessa vincente di tutta la Fiorentina, visto che quando arrivò in maglia gigliata nell’estate del 2012 era sì uno dei giocatori maggiormente in rampa di lancio del calcio italiano, ma che si portava dietro uno scetticismo di fondo derivante dalla bocciatura ricevuta nell’Udinese da Guidolin e da un rendimento che era a fiammate alterne nel Lecce, poi retrocesso in Serie B. Il direttore sportivo Daniele Pradè invece non ebbe dubbi a investire prima un milione di euro per il prestito e poi altri 5 milioni l’estate successiva per la comproprietà. Il gioco creato anche intorno a lui da Montella ne ha esaltato le caratteristiche di corsa, facendolo diventare un creatore d’assist come pochi e anche di più gol di bellissima fattura, tanto che l’estate scorsa, al termine di una trattativa non semplice, il club guidato dalla famiglia Della Valle ha acquistato a titolo definitivo Cuadrado con una valutazione complessiva vicina ai 21 milioni, la cifra più alta spesa dai Della Valle per un solo giocatore. 

    ASTA SUL MERCATO - E qui arriva la diversa visione su quello che doveva essere il futuro dell’attuale numero 11 gigliato perché, solleticato il giocatore con offerte d'ingaggio da svariati milioni di euro da parte di Barcellona prima e Manchester United poi, gli uomini che si dovrebbero occupare in prima persona del mercato in casa viola decidono di mettere su un’asta per cederlo, provando a sfruttare anche la vetrina del Mondiale in Brasile. L’idea di Pradè e Macia è che si sarebbe potuta fare una bella plusvalenza, che avrebbe consentito di fare cassa alla Fiorentina per poi reinvestire in altri due-tre acquisti importanti. Di visione completamente diversa la proprietà e soprattutto l’uomo che la rappresenta in società, ovvero il presidente Mario Cognigni che la scorsa estate aveva fissato una base d'asta da 40 milioni di euro, coinvolgendo per la sua cessione anche l’agente amico Fali Ramadani ed esautorando di fatto gli altri dirigenti viola. 

    MARCIA INDIETRO - Un Mondiale ben giocato, ma che ha visto Cuadrado fallire il match più importante contro il Brasile, frenando gli entusiasmi dei principali club europei interessati. Nonostante la promessa che l'8 agosto gli aveva fatto Della Valle di lasciarlo andare via, alla fine (anche in virtù dell’infortunio di Giuseppe Rossi) il colombiano è stato costretto a rimanere, passando come il vero colpo di un mercato estivo fin lì poverissimo (Beleck, Octavio, Brillante, etc...). II successivo rinnovo di contratto (anche stavolta firmato Mario Cognigni) arrivato a fine ottobre come parziale ricompensa per non aver forzato troppo la mano ha tolto stimoli a Cuadrado, che infatti sta disputando la sua peggior stagione da quando è in Italia, svalutando sensibilmente il suo cartellino e diventando anche un equivoco tattico. Montella, che durante il ritiro estivo stava costruendo una squadra titolare senza di lui, ha fatto ‘buon viso a cattiva sorte’ e lo ha dovuto reinserire nei suoi meccanismi di gioco, prima come ala nel 4-3-3 e poi nell’anomalo ruolo di trequartista, anche in virtù degli infortuni in sequenza degli altri attaccanti Giuseppe Rossi, Bernardeschi e Babacar. 

    RITORNO ALLE ORIGINI - Oggi, con l’arrivo di Diamanti a disposizione, Cuadrado tornerà forse presto a rivestire una posizione in campo che meglio gli si addice, ovvero quella di esterno alto a centrocampo, dove Joaquin sta facendo benissimo. Cuadrado dovrà cercare di dimostrare che non si è imborghesito per le voci di mercato che lo hanno coinvolto la scorsa estate, quando credeva di essere diventato re e invece è ancora paggetto alla corte del pallone che conta davvero. Il punto più basso della sua avventura in maglia viola lo ha toccato contro la Dinamo Minsk in Europa League a inizio dicembre, quando giocò così male da venire sostituito dopo soli 25’ dal giovanissimo Minelli
     


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