Follia Cellino: 'Balotelli è nero, sta lavorando per schiarirsi. Faccia parlare il campo e spenga sti c...o di social!'

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Un Massimo Cellino senza peli sulla lingua. Intervenuto ai microfoni di Calciomercato.com al suo arrivo in Lega Calcio, il presidente del Brescia si è lasciato sfuggire una spiacevole battuta su Mario Balotelli: "Cosa devo dirvi su di lui? E' nero, ma sta lavorando per schiarirsi e ha molte difficoltà. Nel calcio ci sono squadre che combattono e vincono, se pensiamo che un giocatore da solo possa vincere le partite, offenderemmo la squadra. Altrimenti, giocheremmo uno contro undici". SUL FUTURO DI BALOTELLI - "L'allenatore ha fatto un errore, in conferenza ha parlato di Balotelli e non della squadra. L'ho preso a fine mercato, non per vendere abbonamenti. L'ho comprato perchè poteva essere un valore aggiunto, l'abbiamo fatto diventare un punto di debolezza per sovra-esposizione. Se continuamo a parlarne, facciamo male a lui e a noi".
SE SI SENTE TRADITO DA BALOTELLI - "No. Non leggo i social, se vivessimo per giocare a calcio e non per i social, affronteremmo il calcio nella maniera giusta. Sono un vecchio elefante di questo calcio. Mi difendo da questa modernità, il mondo italiano è per quello che si dice e non per quello che si fa. Allo stesso tempo, però, Balotelli dà forse più peso ai social che ai suoi valori da sportivo. Non l'ho preso per i social, ma perchè è alto un metro e novanta, è un animale. Deve imparare a rispondere in campo. Non speravo che fosse quello che doveva salvare la squardra. Troppo facile usarlo come capro espiatorio, è anche per questo che ho cambiato allenatore. In questo momento andava aiutato lui più di quanto lui potesse aiutare noi. Adesso ci siamo indeboliti come squadra, è difficile aiutarlo. Dobbiamo parlare il meno possibile e spegnere sti c...o di social".
SU GROSSO - "Mi avevano detto che era un mago, vedremo se riuscirà a diventarlo. Son vecchio in questo mestiere, non mi devo aspettare nulla. Devo pensare alle pagine finali, non a quelle che leggerò. Dobbiamo trovare la forma fisica e psicologica, poi arriveranno le vittorie".
SULLA LEGA - "Ho trovato la Lega dopo tanti anni, non ho più punti di riferimenti. Il calcio è frenetico, siamo stressati dalla pressione economica e dalla paura di retrocedere o di non andare in Coppa dei Campioni. Per squadre come Inter, Milan, Juve, Roma o Napoli, non andare in Coppa è come una retrocessione. Miccichè ha saputo dirigere l'assemblea. C'è De Siervo che fa l'amministratore delegato, ma qualcuno vuole già cambiarlo. L'isterismo della Lega è lo stesso dei presidenti con gli allenatori. Se Miccichè è qui, è perchè è stato eletto. E' difficile essere presidente di questa Lega, la Lega siamo noi 20 presidenti che dobbiamo prenderci responsabilità".
SE MICCICHE' PUO' CAMBIARE IDEA - "Il problema non è lui, siamo noi stessi. Miccichè non rientra senza presupposti, è sbagliato. Se si è dimesso, non c'erano i presupposti per andare avanti".
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En plein di like che criticano Agresti, il quale dovrebbe fare autocoscienza cercando di capire il perché.
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