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  • Romamania: Fonseca ricorda il Ventura 'svedese' e lo Spezia-bis sia l'ultima spiaggia
Romamania: Fonseca ricorda il Ventura 'svedese' e lo Spezia-bis sia l'ultima spiaggia

Romamania: Fonseca ricorda il Ventura 'svedese' e lo Spezia-bis sia l'ultima spiaggia

  • Paolo Franci
Quel «Gianlu' questo è il sesto eh» entrerà tristemente nella storia della Roma. Per i due o tre che ancora non fossero al corrente, è la frase con cui Lorenzo Pellegrini cerca di evitare alla Roma la sesta sostituzione e una figura di melma epocale, grave tanto quanto l'eliminazione con lo Spezia. Sulla graticola è finito il team manager Gianluca Gombar, già 'implicato' nella storiaccia di Diawara costata la sconfitta a tavolino a Verona. Tutto il mondo, ora, ne chiede la testa. Come se il vero, grande problema della Roma fosse questo ragazzo certo un bel po' distratto. Nelle ore in cui per molti Fonseca è già ai saluti sto cercando di capire, con la dovuta calma, cosa sia realmente accaduto al tecnico e alla squadra. Guardando a come la Roma (non) abbia giocato nel derby e a come Fonseca (non) abbia gestito la partita più sentita, m'è venuta in mente l'Italia di Ventura.

Non per il tragico epilogo ma per il modo in cui la sua squadra è crollata fornendo una prova chiarissima di una situazione che fin lì si era retta su qualche risultato positivo. Mi spiego. Fino alla gara con la Spagna, che l'Italia perderà nettamente 3 a 0 al Bernabeu, ci si era illusi su chissà quale forza della squadra e l'impressione era che le cose stessero andando bene. In realtà, i risultati stavano coprendo una fragilità strutturale complessiva  - forse anche in un clima di scarsa fiducia nei confronti del tecnico – poi culminata nel tracollo progressivo che porterà all'addio al Mondiale. Ecco, mi pare che la Roma, con le sue contraddizioni, abbia retto fino al derby – vincendo solo con le piccole e raccogliendo una miseria con le dirette concorrenti - partita nella quale sono emersi limiti che qua e là erano stati evidenziati per poi tornare nell'apnea mediatica.

E cioè, la poco brillante attitudine di Fonseca nel gestire la gara in corso – ammesso che poi sia così o si tratti invece di un fatto episodico – era già stata 'sospettata' da più d'un critico, tra social e media, riferendosi a cambi non sempre felici e a volte inspiegabilmente ritardati. E il modo in cui il tecnico non sia riuscito a gestire il 'fattore Lazzari' – con tutto il rispetto non stiamo parlando di Dani Alves ma di un buonissimo giocatore, questo senz'altro – ha fatto un po' da sentenza di Cassazione. Visto il disastro nel derby, si temeva sperando il contrario, che la partita con lo Spezia potesse essere conferma di quell'implosione della squadra a causa di un rapporto staff tecnico-spogliatoio forse meno colmo di fiducia incondizionata di quel che era sembrato. tra risultati tutto sommato buoni e un piazzamento in classifica lusinghiero. Il traumatico epilogo di Coppa Italia, anche non volendo, dà dunque l'idea di una situazione compromessa, aldilà di colpe e responsabilità. Poi certo, se Borja Mayoral si ricorda come si fa gol, tutto quanto abbiamo visto di osceno in campo non sarebbe accaduto. Ma, come dicono quelli bravi, questo è il calcio no?

Proprio io, come molti, mi ero illuso che questa fosse una stagione nella quale togliersi soddisfazioni addirittura non preventivabili. Poi, come un fulmine...
E ora ci si chiede: andare avanti con Fonseca o no? Io non sono mai per le soluzioni di pancia. Direi che il bis con lo Spezia possa rappresentare l'ultimo grado di giudizio. Dovesse andar male, allora sì che non si potrebbe far altro che dire addio al tecnico portoghese.

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