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  • Francia 2016, è già incubo terrorismo

    Francia 2016, è già incubo terrorismo

    • Marco Bernardini
    C’è rimasto poco, nel nostro quotidiano, per sorridere alla vita o almeno per poter godere di un minimo di serenità. Il calcio, sicuramente, possiede ancora un forte fascino consolatorio sul piano sociale e non solo per i tifosi. Ora, alle porte di un evento come “Francia 2016” con in campo le più belle d’Europa a giocarsi il prestigioso trofeo, piuttosto che con il progetto di un mese divertente ci troviamo a fare i conti con la paura.

    In Francia, dove si svolgerà la parte finale degli Europei, hanno le idee assai chiare e si sono messi già al lavoro per  mettere a punto quello che non sarà un progetto sportivo, ma un autentico programma di “difesa”militare e internazionale. Il momento storico che stiamo vivendo, purtroppo, non ha precedenti nella storia del mondo moderno e contemporaneo. Lo scontro in atto tra l’Occidente e quella parte dell’Islam preda di una lucida follia alimentata da una errata interpretazione della “religione” impone allerta pressoché quotidiana senza mai la possibilità di rifiatare o di abbassare la guardia per tutti i governi europei.

    In Francia, poi, sono ancora troppo freschi (e incancellabili) i ricordi dei tragici avvenimenti succedutisi prima con l’attacco al settimanale satirico Charlie Hebdo e poi con la strage del Bataclan e la bomba allo Stade de France e quella al mercatino ebraico. Dal quel momento, in particolare i parigini vivono in una sorta di apnea psicosomatica che ne condiziona pensieri e azioni. Dal terrore esplicito alla sottile paura di poter nuovamente provare il gusto nauseante del terrore. Del resto, malgrado gli sforzi di bonifica attuati in ciascun Paese europeo, dalle zone calde dei califfati nelle mani dell’Isis e e dei talebani arrivano con cadenza inquietanti avvisi ai naviganti per nulla gradevoli. Normale, oltreché saggio, l’atteggiamento del governo francese il quale proprio ieri per bocca dell’Intelligence ha reso ufficialmente noto l’avvio del programma di prevenzione da completare prima dell’inizio degli Europei e da applicare nel corso dell’intera manifestazione calcistica.

    E’ noto che l’oltranzismo ortodosso islamico ha assoluta necessità di visibilità planetaria per rendere ancora più efficace sul piano propagandistico i suoi atti di criminale e folle terrore. Il grande palcoscenico del calcio europeo, sotto questo punto di vista, rappresenta un’occasione davvero ghiotta per coloro i quali hanno stabilito, tradendo e mortificando gli stessi concetti cardine del’Islam, che al mondo due religioni e due modi di intendere la vita sono troppi. Attendersi, dunque, azioni di violenza nei giorni della festa popolare europea non è poi così fantascientifico e, di conseguenza, è assolutamente saggio lavorare per prevenire. Nessuno ha mai dimenticato, per esempio, la strage di Monaco di Baviera con l’attacco dei feddayn alla squadra olimpica israeliana.

    Non sarà facile blindare un Europeo. E’ certo. Sarà, comunque, l’evento sportivo più fortificato della storia contemporanea. Anche questo è sicuro. Sarà, comunque vada, una festa triste”caratterizzata da situazioni che mortificheranno la stessa filosofia gioiosa della kermesse. Città e stadi assediati dall’esercito oltreché dalle forze dell’ordine. Ritiri delle squadre paragonabili a bunker in tempo di guerra. Tifosi e semplici spettatori, indagati e palpati, in stato di ansia permanente. Infine, per la prima volta in assoluto stando al piano preventivo annunciato, partite giocate a porte chiuse. Almeno cinque, così pare, una delle quali sarebbe Italia-Belgio ovvero le nazionali di due Paesi che, per opposti motivi, hanno molto a che vedere con il terrorismo islamico. E, purtroppo, anche se non accadrà nulla secondo le speranze di ciascuno dovremo ammettere che sotto il profilo “scenografico” ha già vinto la follia.

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