Frosinonemania: e se Nesta…
Rampante, stiloso, serio e misurato. Portare uno dei difensori migliori al mondo (da calciatore) a Frosinone sarebbe una mossa innovativa e suggestiva. L’ex colonna di Lazio e Milan, una volta appesi gli scarpini al chiodo, si è messo a studiare sul serio da allenatore. In Florida, alla guida del Miami FC, ha ricoperto soprattutto il ruolo di istruttore. Sì perché il livello tecnico in quell’angolo del pianeta non è impeccabile. Un inizio di carriera certamente inedito rispetto a tanti colleghi dello stivale.
Perugia è stato il primo vero banco di prova. In Umbria, con una rosa non di primissimo piano, ha raggiunto la qualificazione ai play off con la successiva eliminazione contro il Verona. Ottavo posto con 50 punti. Stessa quota di reti fatte e subite: 49.
Il Nesta tattico affascina. La sua squadra deve essere camaleontica, in grado cioè di mutare assetto nel corso di una stessa partita o di periodi diversi di una stagione. Il suo Perugia ha dimostrato questo. Il Frosinone degli ultimi tempi, invece, si è fossilizzato sul 3-5-2 o al massimo sul 3-4-1-2. Longo prima e Baroni poi non hanno avuto il coraggio di osare alzando asticella e baricentro. Nesta è anche un ottimo comunicatore. Mai banale nelle dichiarazioni. Lucido nel lanciare chiari segnali al gruppo. Insomma, un capo vero.
Costruire un’identità ben precisa. Ecco la primaria esigenza del nuovo Frosinone. Aprire un ciclo ad ampio raggio. Le scommesse di Stellone e Longo si sono rivelate lungimiranti: tre promozioni in rapida successione. Caro Presidente, lanciamo questo giovane mister. Entusiasmo e freschezza per ripartire.