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  • Gago:| 'Io e De Rossi ci integriamo'

    Gago:| 'Io e De Rossi ci integriamo'

     

    Il nuovo che avanza. Ga­go è già a Roma, Pjanic è impe­gnato con la Nazionale bosniaca. Sono i due colpi dell’ultimo gior­no di mercato, i due giocatori che aumentano il tasso tecnico della della squadra giallorossa.

    GAGO - T-shirt bianca con l’imma­gine del Padrino, il celebre film di Marlon Brando, jeans, un be­auty case e una gran voglia di co­minciare subito. Fernando Gago martedì sera ha capito che la Ro­ma non era un bluff. Mercoledì è piombato a Milano per firmare il contratto, in serata è arri­vato nella Capitale e ie­ri mattina presto, alle 8,30 era al Policlinico Gemelli per le visite mediche. Oggi il suo primo alle­namento con i nuovi compagni a Trigoria. Ieri il primo contatto. Nel Real Madrid era finito in naf­talina. Infortuni e incomprensioni con Mourinho, che dopo un’inter­vista del centrocampista argenti­no «Il Barcellona vince perchè gioca meglio di noi», non gli ha più rivolto la parola. Da cinque anni a Madrid. Ci arrivò quando aveva venti anni, lo scelse Baldi­ni. «Lo ringrazio ancora e sono contento di ritrovarlo a Roma».(...) La sua prima giornata romana è trascorsa velo­ce.

    «Sono molto contento di esse­re qui» . Zamparini ha detto che Gago ha scelto la Roma perchè gli hanno dato due milioni di ingag­gio. In realtà Gago al Palermo non ci ha mai pensato. Con tutto il ri­spetto. «Vado a Roma o resto a Madrid» , ha detto a Ernesto Bron­zetti, l’operatore di mercato che ha aiutato la società giallorossa a centrare uno degli ultimi colpi di mercato. Ieri, al termine delle vi­site mediche, Fernando Gago è apparso sorridente. «Ho scelto la Roma perchè mi è piaciuto il pro­getto e ho accettato la possibilità di farne parte».

    Sa che il posto dovrà conqui­starselo sul campo: «Non so se sa­rò titolare, deciderà l’allenatore». E la convivenza con De Rossi as­sicura che non sarà un problema: «Non credo che ci sia un proble­ma di ruolo, abbiamo ca­ratteristiche diverse e pos­siamo anche integrarci. Staremo a ve­dere » . Nel centrocampo a tre disegna­to da Luis Enrique Gago può fare l’intermedio o il centrale. In que­sto caso potrebbe essere De Ros­si a spostarsi, come avviene in Nazionale quando gioca con Pirlo. Il centrocampista di Ostia è mol­to duttile e giocando sul centrosi­nistra può avere la possibilità di inserirsi con frequenza in zona ti­ro, per sfruttare le sue capacità di tiro.

    PJANIC - Il genio bosniaco ieri ha parlato in Francia. Lasciare il Lione dopo cinque anni è stato un po’ difficile: «Sono triste per aver lasciato il Lione, ma c’erano pro­blemi. La Roma è un club ambi­zioso. Sono contento di aver fir­mato per un grande club come la Roma. A Lione lascio i miei ami­ci, le mie abitudini, i tifosi, i com­pagni e il nuovo allenatore. E’ sta­ta dura, ma in ogni caso sono fe­lice di questa nuova avventura».

    L’addio all’Olympique Lione è stato quasi inaspettato: «All’inizio della stagione avevo chiaramen­te detto di non voler partire. Vole­vo restare al Lione, mi trovavo be­ne con il nuovo tecnico. C’è stato un contatto sabato sera, dopo la partita contro il Montpellier, con la Roma. (...). Le cose si sono concluse martedi se­ra, e ho dovuto prendere una de­cisione, dato che il Lione ha deci­so di negoziare con la Roma, ho deciso di farlo anch’io e non ho rimpianti». Miralem Pjanic non ha avuto dubbi: «Il club e l’alle­natore mi hanno voluto fortemente.

    Hanno fatto davvero grandi sforzi e gliene sono grato. Fa piacere sentire la fiducia. Ho passato molti anni in Francia, di sicuro mi mancherà, ma ho 21 an­ni e mi aspettano ancora grandi sfide, umane e sportive». Svela i motivi che hanno spinto il Lione a privarsi di un beniami­no dei tifosi: «Sapevamo che c’erano problemi finanziari. Jéré­my Toulalan è partito all’inizio della stagione, quando nessuno se lo aspettava. Se hanno accetta­to di negoziare è perchè è stato meglio così per loro. Naturalmen­te sono rimasto un po’ deluso per­chè non volevo lasciare il club, ma ora sono contento. Non posso dare colpe a nessuno, evidente­mente avevano bisogno di soldi. Io sono solo un giocatore, ci sono aspetti che non posso gestire. Adesso vado in una grande squa­dra e in una bella città. Il bello deve ancora arrivare».

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