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  • Gattuso: 'Nel mio Milan si rispettavano le regole! Ora se dici qualcosa di sbagliato i calciatori si lamentano...'

    Gattuso: 'Nel mio Milan si rispettavano le regole! Ora se dici qualcosa di sbagliato i calciatori si lamentano...'

    Gennaro Gattuso, allenatore del Milan, ospite della presentazione del nuovo libro di Alberto Costa, Da Calciopoli ai Pink Floyd, parla del suo passato rossonero e di come il tempo ha cambiato le cose. Queste le parole riportate da MilanNews.it: "La salvezza del Milan in questi anni è stata il rispetto delle regole, in pochi anni è dovuto intervenire Galliani. Eravamo noi ad andare in sede per farlo intervenire, rispettavamo la storia: oggi si fa più fatica. La mentalità dei giocatori è cambiata, oggi devi stare attento, prima dovevi stare zitto. Il primo giorno a Milanello mi feci la barba, lasciai due peli nel lavandino... Presi due schiaffi in testa da Costacurta, dicendo che dovevo pulire, capivi subito la mentalità. Galliani mi voleva convincere a restare, da giocatore, ma non mi sentivo più a mio agio, non parlavo più la stessa lingua. A tanti non piaceva quello che io, Abbiati e Ambrosini dicevamo. Oggi è un'epoca diversa".

    PUO' TORNARE LA MENTALITA' DEL VECCHIO MILAN? - "Non scordiamo che le cose sono cambiate, un allenatore deve trovare ragazzi disposti a fare sacrifici, a migliorarsi, a fare qualcosa in più. Oggi devi stare attento a dire qualcosa ai ragazzi, se gli dici qualcosa poi iniziano a lamentarsi, cercano alibi: le cose sono cambiate". 

    SULLO SPOGLIATOIO - "Sono le piccole cose che sono cambiate, prima ad esempio si sentiva solo roba italiana. Ora se metti qualcosa di italiano si mettono a ridere. C'è solo roba straniera, hip hop, se metto Pupo tutti ridono. Oggi è diverso, hanno tutti le cuffie, magari si guardano anche le partite inglesi o spagnole che giocano in altri orari. Sono loro abitudini, è cambiato tutto". 

    INDIVIDUALISTI - "Ora ognuno pensa al suo orticello, a fare le cose come è abituato a fare. Ma è una problematica che hanno tutti in Serie A, in tutti gli spogliatoi. Nel 1999, ad esempio, la musica non si metteva e si stava concentrati. Ho provato anche ad allenatore a toglierla, ma piace a tanti anche se mi dà fastidio personalmente. Quindi ho fatto io un passo indietro, anche se forse è meglio ascoltare Pupo che la schifezza che passa adesso (ride, ndr)".

    SULL'ESSERE CAMPIONI - "Per essere grandi campioni bisogna essere coerenti, anche fuori dal campo e non basta mai il talento. Uno che non salta mai l'allenamento, che è coerente, che arriva sempre puntuale, che fa il suo lavoro a 360 gradi, che rispetta ogni regola. Per questo dico che Maldini è stato il più forte al mondo, perché era sempre sul pezzo. Avrebbe potuto vivere di rendita e invece non ha mai mollato niente. Il segreto di quel gruppo storico è stato questo, se c'era una regola veniva rispettata alla lettera".

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