Napoli, gli infortuni non bastano più come alibi: Gattuso ha una settimana per salvare la stagione (e la panchina)

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Ora non c’è più spazio per passi falsi. Il tempo è finito, il margine di errore non esiste più. In una settimana, poco meno, il Napoli si gioca quel che resta di un'altra stagione difficile, in cui i passi indietro sono stati enormi. Da tanti punti di vista: risultati, gioco, considerazione in Italia e Europa.Sì, perché la squadra che con Sarri - ma anche con il primo Ancelotti - era capace di giocar bene, imporsi e stupire in campionato così come in Champions è sparita. In campionato le sconfitte sono 7 in 21 partite: 1/3 delle gare giocate. In Europa League il girone con Real Sociedad, Az Alkmaar e Rijeka è stato superato non senza problemi, mentre in Coppa Italia dopo le vittorie con Empoli e Spezia è arrivato il netto ko in semifinale con l’Atalanta. Poi la Supercoppa persa contro la Juve, una partita giocata con poco coraggio, quasi interamente in difesa. Questi i risultati, che sono però la punta di un iceberg ben più grande: il Napoli da un mese e mezzo fatica terribilmente a proporre gioco, a sviluppare idee. Insomma, spesso oltre il risultato manca anche la prestazione.
Gattuso chiede veleno ai suoi giocatori e si giustifica ricordando i tanti infortuni: ”Dove si va se siamo 10 giocatori contati?”, si è legittimamente lamentato dopo la sconfitta di giovedì con il Granada. Tutto vero: nel calderone va messo in conto il numero davvero alto di giocatori costretti a fermarsi per problemi fisici. La domanda da porsi, semmai, riguarda la preparazione effettuata a inizio anno. E poi, in una stagione comunque compressa e quindi complessa, in cui si gioca ogni tre giorni, è comunque giusto allenarsi sempre? Tant’è, le assenza per infortuni vari sono state e sono tante, senza contare poi i casi Covid (guariti da ieri, almeno, Koulibaly e Ghoulam). Questo è un problema, ma non può essere più un alibi.
C’è bisogno di una svolta, immediata. Domenica contro l’Atalanta il Napoli si gioca punti pesantissimi in chiave qualificazione alla prossima Champions League. Un obiettivo, con relativi incassi, inderogabile, da centrare a ogni costo. I nerazzurri di Bergamo non sono l’avversario ideale in questo momento, ma Gattuso può far leva sulla voglia di rivincita dopo la Coppa Italia. Poi, giovedì, sarà il turno del Granada al Maradona. Lo 0-2 della gara d’andata è punteggio complicato da ribaltare: servirà una piccola impresa per evitare l'eliminazione e continuare un percorso in una coppa, l’Europa League, che il Napoli avrebbe tutto per vincere. O, comunque, per giocarsi fino alle fasi finali. Una settimana, Atalanta e Granada: Gattuso può salvare la stagione e così, forse, la panchina per il prossimo anno.
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Ancora ci vogliamo illudere?
Un allenatore integralista non è mai un buon allenatore. Ci stiamo impiccando con il gioco dal basso, ci stiamo impiccando con un modulo non adatto ai giocatori di quest'anno. Ci stiamo impiccando con giocatori in scadenza di contratto che lasceranno il Napoli fra tre mesi e quindi senza i giusti stimoli. ADL, il tutto fare, il comandante supremo, il grande competente, si ritrova con una squadra che vale al più la metà di quanto valeva ad inizio campionato. Risalire sarà dura, molto dura. I soldi non basteranno, ammesso che ci siano, ci vorrà qualcuno che capisca di calcio ed abbia una buona autonomia di movimento.
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