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  • Gattuso: 'Sul campo abbiamo 21 punti e non 20. Scudetto? Diamo continuità poi vedremo. Ero più martello di Ibra'

    Gattuso: 'Sul campo abbiamo 21 punti e non 20. Scudetto? Diamo continuità poi vedremo. Ero più martello di Ibra'

    Intervistato da Sky Sport, l'allenatore del Napoli, Gennaro Gattuso, ha commentato così la vittoria contro il Crotone.

    CONTINUITA' - "Le partite sono tutte difficili, specialmente in Serie A. Faccio i complimenti alla squadra per come abbiamo sofferto. Il risultato è bugiardo, il Crotone ci ha messo in difficoltà e siamo stati avvantaggiati quando siamo rimasti in 10. Non è facile giocare ogni 3-4 giorni, serve in questo momento fare meno danni possibili".

    CLASSIFICA - "Bisogna dare continuità, abbiamo fatto cose importanti. Sul campo abbiamo 21 punti (non 20 perché considera la gara contro la Juventus da rigiocare e quindi al momento è 0-0 ndr.), giovedì ci giochiamo il primo obiettivo stagionale contro un avversario molto difficile".

    NON VOGLIO DEI GATTUSO IN CAMPO - "Io non voglio i giocatori che assomigliano a me. Li voglio più tecnici, ma che siano squadra e che lottino tutti insieme col coltello fra i denti. Se ho un giocatore come me non lo faccio giocare. Io voglio un calcio più pensante e con quello che chiedo ai miei giocatori uno come me farebbe tanta panchina. Io non rinnego me stesso, sono orgoglioso di quello che ho fatto, ma il calcio è cambiato, si palleggia molto di più, la superiorità numerica si fa col palleggio".

    ZIELINSKI - "Lui ha grandissima qualità. Gli mancano quei 7/8 gol a stagione per diventare un top player. Dopo il covid ha fatto un po' di fatica e in questo periodo si sta ritrovando. È molto forte, ma ha ancora grande margine di miglioramento".

    IBRAHIMOVIC - "Io ero più martello di Ibrahimovic quando giocavo. Tante volte gli ho detto che doveva stare zitto. Ci sono tanti che non possono capire il suo atteggiamento. Ad esempio doveva trattare meglio i vari Abate e Antonini, ad Ignazio gli ha fatto passare le pene dell'inferno. Negli allenamenti se perde una partita può spaccare uno spogliatoio in due minuti. Lui chiede tantissimo da sé stesso, ma a volte è un kamikadze".

    TEMPI CHE CAMBIANO - "Ai miei tempi c'erano i telefonini, ma non erano così tecnologici. Sono cambiati i tempi, dobbiamo essere più bravi noi. I giocatori sono come i figli, se pensassi di educarli come mio padre ha educato a me sarebbe un disastro. Noi eravamo più fissati sulla concentrazione prepartita, ma su questo non si può essere troppo martelli su ste cose".

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