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  • Genoa a Brescia:|Preziosi è furioso

    Genoa a Brescia:|Preziosi è furioso

    Soddisfatto? Sono incazzato nero. Già siamo costretti a giocare a porte chiuse la gara più importante, in più dobbiamo andare fuori Genova per poter avere la contemporaneità con il Lecce. Come faccio a essere soddisfatto?». Enrico Preziosi va all’attacco, la telenovela riguardo a orario e stadio di Genoa-Cagliari non gli è andata giù. Si gioca domani alle 20.45, allo stadio Rigamonti di Brescia, mentre il Lecce è impegnato a Torino contro la Juve: la contemporaneità è ripristinata ma questo non basta al patron del Grifone, che manifesta tutto il suo malumore. «Siamo costretti a giocare distante da Genova perché Questura e Prefettura non sono in grado di garantire l’ordine pubblico. E io dovrei essere contento?». È un altro capitolo della storia iniziata con la pesante contestazione degli ultrà rossoblù durante il match con il Siena, che ha portato al provvedimento del giudice sportivo: due gare casalinghe a porte chiuse. Il problema è che in programma c’è un turno infrasettimanale programmato alle 20.45: la società rossoblù, che nelle ore immediatamente successive agli incidenti aveva dichiarato di voler «restare via da Genova fino alla fine del campionato», decide comunque di tornare al Ferraris. Il prefetto, in base alle indicazioni della Questura, opta per lo spostamento della gara alle 15, perché ci sono problemi di ordine pubblico legati alla presenza dei tifosi fuori dal Ferraris. Un problema, tra l’altro, che con ogni probabilità si riproporrà per l’ultima partita della stagione, quella casalinga con il Palermo: già programmata per le 20.45, con l’obbligo, secondo regolamento, della contemporaneità con gli altri match.

    Tornando al Cagliari, dopo il provvedimento del prefetto il Genoa si è messo al lavoro per trovare una soluzione. L’obiettivo è quello di giocare contemporaneamente al Lecce: lo vuole il Grifone, lo vuole anche il Cagliari, ancora in corsa per la salvezza e in difficoltà dal punto di vista logistico. I dirigenti del Genoa hanno lavorato fino a tarda sera e poi anche ieri mattina, fino al risultato finale: partita al Rigamonti di Brescia, fischio d’inizio alle 20.45, dirige Mazzoleni di Bergamo.

    Tutto a posto? Neanche per idea. Il Genoa riteneva un dato già acquisito il fatto di giocare in contemporanea con il Lecce, visto che già domenica scorsa era sceso in campo contro il Bologna due ora e mezza prima dei salentini. Nel prossimo turno toccherà al Lecce essere “svantaggiato”, la volontà da parte del Genoa era quella di mantenere la “par condicio”. Contemporaneità ripristinata ma l’umore presidenziale tende al tempestoso. C’è la tensione per una corsa salvezza estenuante e sempre sul filo del rasoio, con il Genoa che non riesce a vincere da 14 partite e continua a incassare gol. C’è la rabbia per gli errori commessi durante tutta la stagione, errori che hanno poi portato la squadra all’attuale precaria situazione di classifica. E poi c’è tutto quello che è avvenuto negli ultimi 10 giorni: la contestazione degli ultrà con gara sospesa e giocatori minacciati (dopo i 30 Daspo, altri 12 sono in arrivo), la richiesta di duri provvedimenti da parte dello stesso Preziosi, la replica, altrettanto dura, dei gruppi più “caldi” della Nord. In mezzo, anche l’insoddisfazione per il comportamento delle forze dell’ordine, la sensazione di «essere stati lasciati soli dalle istituzioni, soprattutto a Genova». Così Preziosi è «incazzato nero» e il suo futuro alla guida del Grifone resta appeso alle «riflessioni che farò a salvezza acquisita». Intanto il presidente lavora a un cambiamento dal punto di vista dirigenziale, con Sean Sogliano che resta in prima fila e con Pietro Lo Monaco che spunta all’orizzonte. Ci sarà tempo per parlare di tutto, prima è necessario portare a casa la salvezza. E domani il Grifone si gioca buona parte delle chance lontano dal Ferraris (per gli abbonati, gara visibile gratis al Museo del Genoa), contro un Cagliari che è a quota 42 e attende solo la certezza matematica della permanenza in A. In teoria il Genoa ha motivazioni più forti, perché il Lecce gioca a Torino contro la Juventus e c’è la possibilità concreta di aumentare il vantaggio sui salentini. Ma il Cagliari dovrà poi affrontare Juve e Fiorentina, e non avrà intenzione di regalare nulla.

    Si gioca a Brescia, nel bruttissimo stadio Rigamonti, che il club del presidente Corioni vorrebbe abbandonare. Una scelta, quella della società rossoblù, dettata da motivi logistici e da esigenze televisive. Era necessario infatti uno stadio già attrezzato per le riprese televisive di Sky. Si gioca a porte chiuse, gli steward sono stati ingaggiati direttamente sul posto. D’altronde, gli unici settori aperti saranno tribuna stampa e tribuna d’onore. Dove dovrebbe sedere un presidente Preziosi «incazzato nero» ma concentrato sulla missione salvezza.

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