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  • Genoa, Granqvist:| 'Visto? Non era rigore con la Juve'

    Genoa, Granqvist:| 'Visto? Non era rigore con la Juve'

    Svetta più in alto di tutti, Andreas Granqvist, il grattacielo del Genoa. Primo lassù, sulla terrazza della serie A, per palloni recuperati. Così dicono le finestre, pardòn, le classifiche di rendimento. Testa o piede, ne intercetta tante. Tantissime. Per 528 volte il giochetto gli è riuscito. Facendo scendere dall’ascensore gli avversari. Al piano di sotto, ci stava l’ex senese Neto (464), ora allo Zenit. E sotto ancora lo juventino Barzagli (451) “528? Addirittura? Good!” commenta Andreas, dalla sala di aspetto dell’aeroporto di Stoccolma, in attesa del volo per l’Italia, sotto al naso un cappuccino fumante. Per combattere il freddo nelle ossa (“A Genova, com’è? Non così!) e le poche ore di sonno (“Un’abitudine”), dopo l’amichevole contro l’Argentina (“Che fenomeni”).

    Ora che il mastice per sigillare la porta di Frey è aumentato, con gli arrivi di altri centrali come Manfredini e Portanova, la difesa si sta assestando sulle fondamenta della loro esperienza. “Stiamo lavorando per entrare nei meccanismi che richiede Ballardini. Se contro Juve e Lazio è andata bene, il merito è stato però di tutti. In campo ci siamo aiutati e i punti fatti sono stati meritati. Il rigore di Torino? Mi ha fatto piacere sapere del pronunciamento degli arbitri. Non c’era. E’ stato un rimpallo, un tocco involontario, dopo quello con la gamba. In Italia gli arbitri sono bravi, può capitare di sbagliare, ma la vostra scuola è apprezzata in tutto il mondo”.

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