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  • Genoa, tifosi furiosi con Preziosi: non si torna più indietro

    Genoa, tifosi furiosi con Preziosi: non si torna più indietro

    • Marco Tripodi
    Il club più antico d'Italia affonda e i suoi tifosi non hanno dubbi. Il vero responsabile della complessa situazione in cui versa attualmente il Genoa è solo uno: Enrico Preziosi.

    RAPPORTI TESI - Il già traumatico rapporto in essere tra il Re dei giocattoli e la piazza rossoblù, da anni logoro e soggetto ad una perenne contestazione nei confronti dell'imprenditore irpino, non sembra accennare a placarsi, anche perché i risultati della squadra, reduce dall'ennesimo derby perso e relegata al penultimo posto in classifica, non aiutano di certo a stemperare gli animi. In tutte le piazze del tifo genoano, sia in quelle reali che in quelle virtuali, i fedelissimi del Joker sono ormai una frangia largamente minoritaria che si restringe partita dopo partita. Gli scontenti, da parte loro, non perdono occasione per intimare a Preziosi di farsi da parte e cedere una volta per tutte una società virtualmente già in vendita da anni ma che in concreto, nonostante alcuni rumors, non sembra mai aver avuto acquirenti reali.

    IMPUTAZIONI - Molte e annose le colpe che la stragrande maggioranza dei sostenitori rossoblù adduce al suo presidente. Dalla smontare la squadra ad ogni sessione di mercato vendendo i pezzi più pregiati della rosa, alla mancanza di un progetto ad ampio respiro; dall'aver cacciato in malo modo gli unici tecnici che negli ultimi anni hanno regalato un po' di gioia al club, Gasperini e Ballardini, preferendoli autentiche scommesse poi rivelatesi azzardi non ripagati, alla mancanza di trasparenza circa una gestione societaria che nell'ultimo decennio ha realizzato un bilancio complessivo record in Europa con quasi 200 milioni di euro di attivo.

    PROTESTA - La voce dei dissidenti si è sentita fragorosa anche sabato sera, griffando in maniera inequivocabile la maestosa coreografia proposta dalla Gradinata Nord prima dell'inizio del derby. Un immenso striscione metà rosso e metà blu lungo oltre 70 metri è apparso sulla balaustra che separa la parte superiore della gradinata da quella inferiore: "Se non ci fossi tu sarebbe sempre così...Preziosi vattene!!!", era la scritta vergata su di esso. Una frase che il patron del Grifone non ha potuto leggere dal vivo ma soltanto attraverso lo schermo di una televisione. Ancora una volta, infatti, come accade ormai da oltre un anno, Preziosi non si è recato a Marassi per assistere ad una gara interna alla sua squadra. Una prassi ormai consolidata giustificata dal fatto che secondo la DIGOS ogni visita dell'industriale in Liguria deve essere effettuata con una scorta armata al seguito per salvaguardare l'incolumità sua e dei suoi cari dai tentativi di aggressione di chi non si farebbe troppi scrupoli nel passare dalle parole ai fatti.
    La sua lontananza dalla squadra viene però giudicata anche dai tifosi meno violenti come un sintomo di disinteresse nei confronti di un club salvato dall'anonimato quindici anni fa ma ormai non più foriero di passione per chi lo presiede.

    L'ennesimo segnale di come il rapporto tra i tifosi del club più antico d'Italia è il suo proprietario sia ormai giunto ad un punto di non ritorno.

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