La strigliata di Preziosi nel dopo-Juventus non avrà fatto piacere a Marino. Il tecnico si è 'difeso', giustamente, affidandosi al punto conquistato contro la seconda della classe, di certo non una cosa che capita tutti i giorni. Il gioco latita e sembra proprio che anche Marino, come Malesani, sia finito nella spirale del 'conta solo il risultato', uno dei principali motivi dell'addio del predecessore. Preziosi ha voglia di divertirsi e di divertire con il suo Genoa, e il mero risultato, se non eccezionale in termini di classifica, non può essere scusante di un gioco pessimo e di una mentalità prettamente difensiva. Studiando poi i numeri si scopre che gli stessi risultati non sarebbero al momento uno scudo efficace contro le critiche che piovono sulla testa dell'allenatore del Genoa.

Nelle undici partite fino ad ora osservate dalla panchina rossoblù, Marino ha conquistato 12 punti, con una media di 1,09 a partita. Pochi di per sé, ma soprattutto meno dei 21 conquistati da Malesani, in sella per 16 gare con una media di 1,31. E' vero che i conti si fanno alla fine, ma se le cose dovessero continuare in questo modo il Genoa targato Marino chiuderebbe a 43 punti, record negativo da quando il Grifone è tornato nella massima serie. Un fallimento in piena regola che difficilmente convincerebbe Preziosi a confermare il tecnico (idea che comunque sembra non essere mai stata presa seriamente in considerazione).

Per lasciare quindi una traccia positiva bisognerà quindi cambiare rotta, e visto che ormai i risultati non contano più - troppo lontano il Lecce per fare paura -, la via da perseguire dovrebbe essere quella del divertimento. La logica del 'conta solo il risultato' dovrà essere accantonata: meglio ritornare a vedere in campo i piedi buoni di Veloso e le idee geniali di Jorquera. Marino probabilmente se n'è accorto e già a Roma potrebbe schierarli per provare almeno ad allietare i prossimi mesi di campionato dei tifosi rossoblù e del presidente Preziosi.