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  • Genoa, Masiello: 'Chiuderò qui la carriera. Come brucia la Coppa persa con la Lazio'

    Genoa, Masiello: 'Chiuderò qui la carriera. Come brucia la Coppa persa con la Lazio'

    La carriera di Andrea Masiello terminerà con i colori rossoblù addosso. O almeno questo è ciò che si augura il difensore toscano, tornato a gennaio in Liguria 14 anni dopo esserne andato: “Voglio godermi gli ultimi anni rispettando il contratto con il Genoa - ha dichiarato il giocatore alla Gazzetta dello Sport - E alla fine farò delle valutazioni in base alla forma e alle motivazioni. Sogno di allenare, studierò per questo".

    Del resto quando è stato il momento di salutare l'Atalanta, dopo tante stagioni ricche di soddisfazioni, l'esperto centrale non ci ha pensato due volte su quale fosse la destinazione più gradita: "Premetto che con l’Atalanta mi sono lasciato bene, però non è mai semplice stare fuori: a 34 anni volevo essere ancora protagonista e non avrei mai voluto rappresentare un peso per nessuno.
    E' stata una scelta sofferta, presa di comune accordo. E ringrazio il Grifone, che mi ha voluto fortemente. Vivo vicino al mare, lo vedo dalla finestra. Qui l'ambiente è caldissimo, come sempre, con una tifoseria pazzesca. E nello spogliatoio c’è aria positiva. Speriamo di ritrovare l’entusiasmo che ci accompagnava prima dello stop".

    Un entusiasmo garantito soprattutto dal gran lavoro svolto nelle prime settimane dell'anno da Davide Nicola: "Il mister - ha proseguito Masiello - mi ha trasmesso la sua determinazione per centrare la salvezza, a livello tecnico è preparatissimo. Inoltre è una persona schietta, umana: come me. Nel gruppo mi sento un po’ il vecchietto, un leader che non detta legge, ma che cerca di far capire ai giovani che prima del calciatore c’è l’uomo".

    L'amore per la sua Bergamo resta comunque impossibile da cancellare. Così come le gioie e i dispiaceri raccolti con la Dea: “Penserei a quel gol - racconta ricordando la rete contro l'Everton di un paio di stagioni fa - il primo dopo il ritorno in Europa: fu un premio per i sacrifici fatti nella mia carriera. Che notte, da incorniciare: la porterò nel cuore ogni giorno. Il significato di Kharkiv? Aver giocato il match più importante di sempre, per me e il club: la qualificazione è storia. Eravamo carichissimi già in ritiro, volevamo farcela. E non ci siamo fatti intimorire da niente e nessuno. Io stavo bene, nonostante non giocassi da mesi.  La finale di Coppa Italia con la Lazio è invece una sconfitta che brucerà a lungo. Le lacrime al 90’ furono di dispiacere per la gente che arrivò da Bergamo. Onestamente, nonostante la forza della Lazio, avremmo meritato la Coppa". 

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