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  • Genoa:| Palacio Due, la rimonta

    Genoa:| Palacio Due, la rimonta

     

    Genova. Brutto e senz’anima, il Genoa, per tre quarti di gara. E sembrava segnata la quarta sconfitta consecutiva, la seconda di fila al Ferraris. Da crisi nera, da Marino fischiato per la sostituzione di Veloso e con panchina a rischio, da attendere le decisioni di Enrico Preziosi, in volo durante il match, di ritorno dalla Cina. Non potrà essere felice, ma certi pensieri forse sono allontanati. Quelli prodotti da una prestazione impaurita dall’inizio, ad handicap per la rete di Gobbi alla prima occasione. L’assurdità del 2-0 di Floccari è simbolo di un Grifone che non c’è. Ma che ricompare, con gli ultimi sussulti del cuore. Dubbio rigore concesso per il 2-1, ok. Poi un altro, gigante, negato. L’ingresso di Jorquera, con mugugni a Marino perché ritenuto tardivo, a un minuto dal 90’. Invece, 7’ di recupero, la genialata del cileno, il colpo da campione, di biliardo e di calcio, di Palacio. Sempre feroce con il Parma, il suo gol numero 14 (doppietta) è pesante come un macigno. Da salvezza per Marino e il Genoa. Antidoto contro gli incubi.

    Moretti in principio ha il compito di incrociare il velocista ex Samp Biabiany, sorpresa di Donadoni rispetto alle attese, insieme a Galloppa e Gobbi: nel complesso, meno corsa e più qualità, Parma premiato già alla prima conclusione. Fra i rossoblù, senza Gilardino, rombo a centrocampo e Jankovic a sostegno di Palacio. L’altro sostegno annunciato per il Grifone, dopo appello dei leader del tifo, è quello del pubblico del Ferraris. In Nord, come negli ultimi appuntamenti casalinghi, anche un drappo per l’attualità: “No al blocco delle assunzioni al Gaslini”. Il cuore della tifoseria rossoblù batte a volume contenuto mentre le squadre si scaldano sul terreno rizollato di fresco: l’aspetto è di un tappeto intrecciato a varie tonalità di verde. Tenuta da verificare ai primi contrasti: le zolle iniziano a saltare verso la fine, rimbalzi sempre smorzati. E un minuto di raccoglimento, con l’altoparlante che annuncia: «In totale silenzio e senza applausi, per i tre militari morti in Afghanistan». In Nord una voce singola urla: «Anche per gli operai che muoiono». Molti applaudono. Poi fischio d’inizio, il cuore Nord alza le frequenze: «Devi vincere». Il pari sembrerà un successo.

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