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  • Genoa, per Taarabt avventura al capolinea

    Genoa, per Taarabt avventura al capolinea

    • Marco Tripodi
    E' durata appena sei mesi l'avventura di Adel Taarabt al Genoa.

    Giunto a Pegli lo scorso gennaio, in prestito per 18 mesi dal Benfica dove nell'anno e mezzo precedente non aveva praticamente mai giocato, il fantasista marocchino verrà rimandato in Portogallo con un anno di anticipo rispetto agli accordi iniziali.

    Quando arrivò in Liguria tutti, Ivan Juric in primis, sapevano che il suo recupero dopo tanti mesi di semi-inattività non sarebbe stato agevole, complice una situazione fisica pessima ed una condizione mentale non sempre facilmente gestibile. Nonostante una classe cristallina, Taarabt ha infatti avuto una carriera da sempre negativamente condizionata da una vita molto poco professionale.

    Juric tuttavia riteneva di poter arrivare laddove non erano riusciti i suoi colleghi in precedenza, restituendo al calcio quello che in patria è tuttora considerato come il giocatore più forte del Maghreb. Ma dopo un inizio promettente, con due assist vincenti al suo debutto nella gara di Firenze, Taarabt si è ben presto eclissato, ripercorrendo quella strada troppe volte intrapresa in passato. 

    Con il Genoa che sprofonda in classifica, anche Taarabt sparisce lentamente dai radar. Dopo un altro assist contro il Bologna, nella gara d'esordio di Mandorlini sulla panchina del Grifone, il 27enne di Fez non lascia più tracce di sè. L'ultima apparizione arriva a San Siro, contro il suo ex Milan. Poi passa il resto della stagione tra tribuna e panchina. 

    Al termine del pesante KO interno contro il Chievo di fine aprile, Juric, nel frattempo tornato al timone del vascello rossoblu, lo attacca pubblicamente: "Non viene neanche ad allenarsi e quando lo fa se ne va dopo un quarto d'ora".

    E' il segnale che anche il croato si è arreso. Taarabt ha la classe ed i piedi del calciatore, ma non la testa. E così anche la parentesi genovese rappresenta l'ennesima occasione sprecata per un talento che non diventerà mai un campione.

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