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  • Genoa: Portanova, il leone che sbrana pregiudizi

    Genoa: Portanova, il leone che sbrana pregiudizi

    • Marco Tripodi
    Lo chiamavano raccomandato, figlio di papà. Addirittura plusvalenza. La fin qui pur breve carriera di Manolo Portanova è contraddistinta da una lunga serie di non certo lusinghiere etichette che gli sono state appiccicate addosso fin da giovanissimo.

    PREGIUDIZI - Innanzitutto per il fatto di essere il figlio di Daniele, ex difensore tra le altre di Bologna, Napoli e Genoa. Un'eredità pesante com'è da sempre quella di chi si trova costretto a reggere il confronto in famiglia con chi lo ha preceduto. In un Paese che fa della scorciatoia la propria via maestra e nel quale il nepotismo supera spesso il merito, essere 'figlio di' è spesso una colpa in grado di giustificare, agli occhi altrui, ogni conquista. Una colpa involontaria che Manolo si porta dietro suo malgrado dal giorno del primo calcio dato ad un pallone. Poi se è possibile se andati anche oltre. Ceduto dalla Juventus al Genoa nell'ambito dell'operazione che ha portato Nicolò Rovella in bianconero, il 21enne nato a Napoli è stato visto da molti come un semplice tassello utile solo per far quadrare i conti di una trattativa molto discussa. Infine, come se non bastasse, sono arrivati anche guai giudiziari non ancora chiariti né risolti a complicare ulteriormente il tutto. L'accusa è diventata subito sentenza, almeno per il tribunale del popolo, prima ancora che Portanova nei tribunali reali potesse mettere piede ed essere legittimamente condannato o assolto.

    CUOR DI LEONE - Insomma, la presenza di Manolo nel calcio dei grandi sembrava per molti dettata più da fortunate circostanze che da meriti reali. E quando è così la lotta per arrivare in vetta è ancora più ardua. Chioma leonina, tatuaggi ferini, come quelli stampati sul suo quadricipite sinistro e sul petto, Portanova ha dimostrato di essere un leone vero, anche nel carattere. Ogni sua gara sembra un'infinita lotta tra la belva e il domatore. Con gli avversari di turno a ricoprire il ruolo dell'uomo con la frusta. Manolo è un indomabile, uno che il cuore oltre l'ostacolo lo butta davvero e non si arrende di fronte alla seconda difficoltà che incontra. Lui sa che le sfide che lo attendono sono molte ma non ha paura di affrontarle. Anzi, sembra proprio il nutrirsi di esse.

    ESPLOSIONE E RIVINCITA - L'arrivo di Alexander Blessin sulla panchina del Genoa è stato il detonatore in grado di far deflagrare tutta la potenza e la voglia di rivalsa accumulata in questi lunghissimi mesi. Sentimenti sfociati nel gol fortunato ma meritatissimo realizzato venerdì contro il Torino. La prima gioia in Serie A. Quella che non si dimentica più. E che in qualche modo per Manolo hai sapore dolce della rivincita. Non del punto d'arrivo però. Portanova sa che il suo percorso è solo all'inizio e che le voci delle malelingue sono pronte a riprendere fiato alla prima occasione utile. Arriveranno altre critiche, si rinfocoleranno altri pregiudizi, pioveranno altre sentenze da parte di chi tutto ritiene di sapere pur senza sapere niente. E Manolo sarà lì a nutrirsi di esse, pronto a trasformare quelli strali maligni in linfa vitale da trasformare in gol.

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