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  • Genoamania: anche il Balla sbaglia. Ma non mandiamolo alla sbarra

    Genoamania: anche il Balla sbaglia. Ma non mandiamolo alla sbarra

    • Marco Tripodi
    Davide Ballardini ci ha abituato bene. Molto bene. Con le intuizioni e il pragmatismo che lo contraddistinguono il tecnico di Ravenna è spesso riuscito a compiere degli autentici miracoli sportivi, ribaltando stagioni e partite che sembravano destinate al naufragio. Doti che gli valgono l’eterna riconoscenza del popolo del Grifone ma che per un pomeriggio almeno sembrano averlo abbandonato mandando la barca nella direzione opposta a quella sperata. E’ impossibile infatti nascondere come le cause primarie della sconfitta casalinga con la Fiorentina siano da rintracciare nelle scelte operate dall’allenatore rossoblù nella ripresa.
     
    Dopo aver deciso di dare continuità alla bella squadra visto all’opera nel secondo tempo di Cagliari, mandandola in campo con la difesa a quattro e con molti degli stessi interpreti, ad inizio ripresa Ballardini ha voluto smentire se stesso operando una serie di scelte quanto meno poco comprensibili.
    Come quella di cambiare il pimpante Cambiaso con il legnoso Biraschi, non a caso protagonista in negativo nell’azione del vantaggio viola. O come la decisione di sostituire l’unico vero attaccante a sua disposizione (Destro) con due trequartisti, Pandev ed Hernani, peraltro apparsi anche un po’ appannati. Chi segue il pallone sa che il calcio non è matematica. Ieri abbiamo imparato che la somma di due mezzepunte non dà come risultato una intera. Specialmente se devi provare a pungere un avversario attento e ordinato. Decisioni discutibili, dicevamo, che la vicinanza di impegni che attendono i rossoblù nei prossimi giorni e la volontà di regalare maggiore incisività alla squadra possono giustificare soltanto parzialmente.
     
    Come lo stesso Ballardini ha poi sottolineato in sala stampa, davanti c’era un avversario che sta attraversando un momento di forma straordinario e che promette di essere la vera rivelazione della stagione appena cominciata. Ciò tuttavia rende forse ancora più incomprensibili le scelte del tecnico romagnolo che anziché proseguire sullo stesso binario della prima parte di gara ha preferito cambiarlo, finendo per far deragliare il treno rossoblù. Cose che capitano. Soprattutto quando la squadra che hai in mano deve ancora essere pienamente modellata. Ragion per cui sarebbe inutile e insensato fare drammi o peggio ancora processi, come qualcuno con solerzia inquisitoria si è già affrettato a voler istituire. I punti raccolti nei primi quattro impegni sono pochi ma la stagione è solo all’inizio. E il calendario fin qui non è stato affatto un alleato di un Genoa che non può certo puntare agli obiettivi inseguiti da almeno tre delle avversarie incontrate dal 21 agosto in poi.

    Ora però per il Grifo arrivano, uno dopo l’altro, due appuntamenti da non fallire se non si vuole rivivere l’ennesimo campionato vissuto con il fiato corto e con il cuore in gola. Tornei di cui Ballardini si trova a suo agio ma che lui stesso per primo vorrà certamente evitare di rivivere, assecondando per l’ennesima volta le aspettative di un popolo che da lui si aspetta sempre il massimo.
     
    Perché in fondo, più che le scelte di ieri, la vera colpa del Balla è quella di averci abituato bene. Troppo bene.
     

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