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  • Genoamania, anche senza tifo il fattore campo sarà determinante

    Genoamania, anche senza tifo il fattore campo sarà determinante

    • Marco Tripodi
    Se c’è una cosa che il calcio post-covid ci sta insegnando è che il fattore campo non esiste più. Le prime partite giocate a spalti deserti stanno di fatto annullando i benefici solitamente apportati dal calore della tifoseria. Le statistiche parlano chiaro: senza pubblico il vantaggio di giocare in casa appare ormai solo un lontano ricordo e i segni 2 aumentano esponenzialmente.
     
    Un dato che farà sorridere gli scommettitori ma non il Genoa, atteso nei restanti 12 turni di campionato da ben sette partite interne. Numero che sale di un’unità se sommato con la trasferta solo teorica del derby da disputarsi in casa della Sampdoria. Giocare otto gare su dodici nel prato di casa, nel momento cruciale della stagione, potrebbe quindi non essere poi un vantaggio così grande come lo sarebbe stato in condizioni normali.
     
    Eppure se il fattore campo, o per meglio dire il fattore-tifo, verrà meno, il doversi esibire due volte su tre al Ferraris sarà comunque un aspetto non irrilevante per il Grifone. In un momento di sforzo agonistico senza precedenti, con un terzo di campionato da giocarsi nell’arco di poco più di un mese, la truppa di Davide Nicola dovrà affrontare soltanto quattro trasferte. E oltretutto, se si esclude quella di Udine, tre di queste saranno piuttosto rapide. I viaggi verso Brescia, Torino (sponda granata) e Reggio Emilia, dimora del Sassuolo, appaiono tutti tragitti copribili nell’arco di poche ore. Il che significa che, dopo il triplice fischio, i rossoblù potranno fare immediatamente rientro nelle proprie case, recuperando al meglio le energie spese e ripresentarsi al ‘Signorini’ il giorno dopo in condizioni fisiche e mentali certamente più favorevoli.
     
    Può apparire una cosa da poco ma nella realtà dei fatti non lo è. Qualsiasi atleta vi dirà che la vera fatica delle trasferte sta nel dover trascorrere la notte dopo la gara in un albergo in terra ‘straniera’. Con l’adrenalina che ancora circola nel sangue e la sveglia puntata all’alba per far ritorno a casa, le ore di sonno spesso finiscono per ridursi ad una manciata. E con un’altra gara in programma dopo tre giorni, ogni ora sottratta al riposo rischia di diventare irrecuperabile.

    Pur non potendo contare sull’insostituibile spinta derivante dal suo dodicesimo uomo, il calendario regalerà comunque al Genoa una grande opportunità. Dover macinare pochi chilometri tra una gara e l’altra potrebbe rivelarsi un privilegio non da poco. Specialmente se si considera che non tutte le sue dirette avversarie avranno un trattamento altrettanto speciale. Il Lecce, ad esempio, affronterà ben sei trasferte e, a parte quella comunque geograficamente impegnativa di Cagliari, tutte al nord. Ancora peggio andrà ai cugini, attesi da appena cinque gare interne su tredici (i blucerchiati devono ancora recuperare la sfida con l'Inter). 

    Insomma, seppur deserto il Tempio di Marassi potrà ancora una volta risultare un fattore determinante per stabilire il destino del Grifone.
     

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