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  • Genoamania: Grazie capitano!

    Genoamania: Grazie capitano!

    Una bandiera si ammaina, c’è chi dice sarà l’ultima e chi pensa che prima o poi anche nel calcio dei soldi che contano più di qualsiasi altra cosa, arriverà un altro capitano capace di innamorarsi dei colori rossoblù, della Gradinato Nord di tutto il mondo del Grifone. Prima o poi arriverà un altro giocatore che farà sacrifici mostruosi, che rifiuterà offerte di mercato che si legherà alla maglia e alla città a tal punto da rimanere a vita un Grifone. Nel frattempo la bandiera si ammaina nel momento in cui Marco Rossi dice “basta”. Basta con il calcio giocato, basta con le emozioni del campo, basta con i continui infortuni, basta con le sgroppate ad inseguire il pallone e o un avversario anche se i polmoni vanno in sofferenza e le gambe non reggono più. Quando i tifosi guarderanno a destra non troveranno più il numero sette, non troveranno  più quell’uomo schivo e riservato che in campo sapeva farsi sentire più di tutti con quella fascia sul braccio sinistro  meritata girando sui campi di periferia con lo stesso spirito di messo sul rettangolo verde a San Siro.

    Marco Rossi lascia il campo ma non lascia il Genoa. Farà il dirigente e non sarà facile per lui come per gli altri abituarsi ad un nuovo ruolo, alla sedia su cui appoggiarsi fin dai prossimi mesi con il profumo dell’erba di Marassi lontano, guardando le partite del suo Grifone dagli spalti senza poter più mettere quella maglia che per 297 volte lo ha visto protagonista.

    I tifosi oggi perdono un punto di riferimento, ma tutti, nessuno escluso, dicono grazie a Marco Rossi per dieci anni passati insieme tra gioie e sofferenze. Dall’inferno della serie C alla cavalcata fino al massimo campionato fino al ritorno in Europa. Marco Rossi c’era sempre, il capitano sfrecciava a Pizzeghettone come a San Siro o a Valencia perché questo è lo spirito che sentiva addosso, quella voglia di lottare non è ancora passata ma da oggi dovrà essere messa al servizio dei suo Genoa in maniera diversa. Una bandiera si ammaina, un’altra forse deve ancora nascere ma statene certe, il cuore rossoblù tornerà a pulsare in un altro giocatore, un altro capitano. E se avrà delle titubanze nei momenti difficili potrà sempre chiedere al numero sette come si comporta in certi casi una vera bandiera. Perché Maro Rossi resterà per sempre un Grifone vero.

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