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  • Genoamania: la sindrome da ultimo minuto

    Genoamania: la sindrome da ultimo minuto

    • Marco Tripodi
    Siamo alle solite. Passato l'entusiasmo per la bella vittoria con l'Atalanta, nel turno di Santo Stefano il Genoa è tornato a mostrare il suo volto peggiore.

    Lo ha fatto perdendo a Cagliari, contro una squadra che non vinceva da due mesi e alla maniera che più è ricorrente: prendendo gol  negli ultimi istanti del tempo.

    Una costante che torna ciclicamente a ripetersi con una regolarità impressionante. Il vantaggio siglato da Piatek sabato scorso contro l'Atalanta al 51' del primo tempo aveva fatto sperare che questa situazione si fosse se non capovolta quantomeno esaurita. Invece alla Sardegna Arena la questione si è ripresentata puntualmente poco prima del riposo con il gol partita siglato da Farias.

    Non importa se si tratti della prima frazione di gioco o della seconda, quando il quarto uomo si appresta ad alzare il tabellone indicante i minuti di recupero sembra che nella testa dei giocatori rossoblu si spenga improvvisamente l'interruttore e prenda bruscamente il sopravvento la voglia di tornare il prima possibile negli spogliatoi. Un problema chiaramente mentale e non certo imputabile alle circostanze di ogni singolo caso. Qui non si tratta più di coincidenze ma di una vera e propria sindrome da zona Cesarini che sembra aver contagiato il Grifone fin da ottobre, come dimostrano le reti incassate da allora contro Milan, Inter, Napoli, Torino e Roma in prossimità del 45' o del 90'.

    Sarà soprattutto su questo aspetto che Cesare Prandelli dovrà lavorare nelle due settimane di sosta che il campionato si concederà con l'inizio dell'anno nuovo. Se riconoscere i propri errori è il primo passo per migliorarsi il Genoa ora sa su cosa vertirà la propria introspezione personale.

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