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  • Genoamania:| Prandelli, guarda Ranocchia

    Genoamania:| Prandelli, guarda Ranocchia

    • Matteo Oneto

    'In serie A non ho visto giovani già pronti per la Nazionale'. Così parla Prandelli, e in generale non si può che dargli ragione. In Italia i giovani sono schierati con il contagocce e sovraesposti ad attenzioni che certo non fanno bene a chi è agli inizi di una carriera importante. C'è però poi la classica eccezione che conferma la regola, e se molti potrebbero pensare a Bonucci, io dico Ranocchia, difensore centrale del Genoa e capitano dell'Under 21 di Casiraghi.

    Per lui il sogno Nazionale è svanito a causa di quel maledetto crociato rotto a gennaio dell'anno scorso, quando Lippi - certo non un amante degli Under 30 - era pronto a regalargli la maglia tanto sognata da bambino, e forse l'occasione del Mondiale. Non se ne fece nulla, Ranocchia rimase fermo fino al termine della stagione, in Nazionale e in Sud Africa andò il suo compagno Bonucci.

    Ranocchia ha lavorato molti mesi lontano dai campi per rientrare alla grande dall'infortunio. A Genova si è presentato fin da subito in ottima forma e con una gran voglia di ripartire alla conquista dell'azzurro. Sulle sue qualità non si può discutere: alto e potente fisicamente, veloce sul lungo, capace di iniziare l'azione. Molti lo paragonano a Nesta, il suo idolo: di strada da fare ce n'è molta, ma la classe c'è. Ad accorgersene per prima è stata l'Inter, che si è assicurata la metà del giocatore per 7,5 milioni ancora prima di vederlo esordire nel Genoa. Rimarrà ancora un anno in rossoblù, e poi via giocarsi la Champions con i nerazzurri.

    Ranocchia però non pensa al mercato, e fin dall'esordio in campionato ha fatto vedere di cosa è che capace. A Udine è stato uno dei migliori così come a Parma: soffre solo quando Gasperini schiera la difesa a tre, modulo ancora da digerire (non solo per lui ma per tutta la squadra). Cesare Prandelli si era accorto del ragazzo, aveva fatto apprezzamenti sul suo talento e il modo di stare in campo, tutti si aspettavano la convocazione, anche perché martedì 12 ottobre la Nazionale arriverà al 'Ferraris'. Invece cambio di programma: del Genoa in azzurro va solo Criscito, mentre Ranocchia rimane in Under 21 (anche se Prandelli ha sottolineato che, non ci fosse stato l'importante impegno con la Bielorussia, l'avrebbe portato con sé).

    A questo punto la riflessione è d'obbligo. Se è vero che in Italia giovani ce ne sono pochi, non hanno esperienza perché giocano solo scampoli di gara e via discorrendo, non sarebbe giusto gratificare chi da due anni gioca titolare in serie A sempre ad altissimi livelli e spesso fa meglio di chi in Nazionale c'è già (Bonucci, solo per fare un esempio)? Se giovani ce ne sono pochi, perché non provare a stimolare le società a lanciarli, vedendo che la Nazionale per prima dà occasioni ai ragazzi? Domande a cui, per ora, non si può rispondere.


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